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Le piccole cose

Le piccole cose

Alessandra Grandi (February 7, 2010)

Guardo e cerco New York nelle piccole cose, convinta che nella vita i dettagli strutturino la forma ed i colori dei corpi. Ci componiamo di difetti, perfezioni e invisibili certezze.

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Sono le piccole cose a dare senso, peso e gusto a tutto l'insieme?
Oppure è tutto l'insieme che scomponendosi in piccole porzioni si disperde e si allegerisce?

Non so bene dove sto andando, c'è un'intuizione, da qualche parte, che voglio seguire.


Ho sempre pensato che la vita, o anche solo i problemi o i piccoli drammi, visti da vicino, segmentati e collocati in un altro spazio facessero meno paura.
Allo stesso modo sto scoprendo che i dettagli delle cose belle mi aiutano a guardare la bellezza intera in un modo più onesto e completo.

New York non sarebbe così bella ed emozionante senza le foglie gialle e rosse sugli alberi in autunno, senza i vialetti di Central Park, che diventano un imprevisto nella città.
Non sarebbe così bizzarra senza l'immagine di un puro ottimista che gira per la metropolitana più lurida del mondo con tre camice bianche completamente scoperte e impunite.
Non sarebbbe così allegra senza i musicisti agli angoli impervi delle strade.
Non sarebbe, in un'ora sola, silenziosa senza il mantello del tramonto.
Non sarebbe così vera e crudele senza le stesse pene negli occhi di uomini diversi.
Non sarebbe generosa se non ti sorprendesse all'improvviso mostrandoti qualcuno di inaspettato.

E così, nello stesso modo, l'amore non sarebbe splendido e spietato senza il totale abbandono nella fiducia. C'è chi sta scoprendo la forza e la comprensione della fiducia e chi sta sperimentando la paura che alle sue spalle si nasconde.
In entrambi i casi si tratta di dettagli, le sfumature e le curve che danno forma all'insieme.

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marina's picture

il blog della buonanotte

Diversamente da Maria Rita, io letto il blog di Alessandra ogni sera prima di andare a dormire. Come lei anche io vivo a New York, e ho "bisogno" delle sue parole perchè sono messaggi positivi, caldi, di quel calore di cui hai bisogno se abiti qui da qualche anno. Insomma, questo blog per me è quasi una ninna nanna. Mi piace percorrere questa città insieme a lei, perchè Ale cammina col naso all'insù e vede nelle cose più piccole un motivo di interesse. Scopre delle storie, immagina, fantastica, su oggetti persone e palazzi e gli dà un'anima che nasce dai suoi occhi. Il suo continuo senso di stupore non solo mi affascina, ma mi commuove. Si, mi commuove perchè lei è una delle pochissime persone che conosco che non si è lasciata trasformare da questa città, inghiottire dal tram tram, dalla corsa impellente che ti impone tutti i giorni. Lei sa trovare il tempo di viverla, e soprattutto è la città che vive attraverso lei. Conosco bene la sensazione che prova, è la stessa che ho provato io nel mio periodo parigino, quando ogni pietra si trasformava a seconda del mio umore. E quando avevo quel sorriso stampato in faccia ogni ora del giorno, perchè credevo che quel posto fosse finalmente un traguardo. New York non è questo per me, ma lo è per lei che dopo anni e anni ci è finalmente arrivata, e la sta vivendo come ha sempre desiderato, ma con innata spontaneità e soprattutto profonda semplicità.

E, un'ultima cosa, Alessandra è coraggiosa. Perchè anche se non parla di "fatti che le riguardano", e non trasforma quindi questo blog in un diario segreto adolescenziale, ha voluto aprire questo suo percorso prima a chi vuole bene, e poi a tutti gli altri. Mi fermo spesso con lei a cena o per un caffè o per un giro di shopping, e ci scambiamo pareri, consigli, idee. Cosa che non sarebbe mai successa così presto se non mi fossi fermata ogni giorno a leggerla, e stupirmi del fatto che c'è "ancora qualcuno che sa stupirsi". E' questo quello che mi ha avvicinato a lei, più di ogni altra cosa. Il sorriso che ho in faccia ogni sera prima di andare a dormire, dopo aver spento il computer. Ultima pagina, le notes italiane di una viaggiatrice che cresce ogni giorno, ma resta sempre un pochino bambina. Continua cosi, e trasforma il mondo nel tuo giocattolo

Mi dispiace dissentire da

Mi dispiace dissentire da lei, gentile signor nome de plume, ma le confesserò che ogni mattina, da quando ho scoperto questo diario, mi ritrovo a leggere online, prima dei soliti quotidiani, la cronaca di questo viaggio attraverso New York fatto da Alessandra. Un modo per rincuorarmi, per avere il giusto umore prima di immergermi nella deprimente realtà italiana. L’aspetto che mi ha colpito da subito in questo blog è stata la spontaneità, il fatto di mostrare a tutti noi che amiamo New York e purtroppo non vi viviamo, che c’è un modo non convenzionale, originale e spontaneo di guardare al mondo intorno a noi. Mi creda, non è facile portare con sé noi, lettori lontani e curiosi, a vedere New York come se fosse la prima volta, con leggerezza, tenendoci per mano. Non è facile essere generosi, come lo è Alessandra, aprendo la propria anima, donandoci ogni giorno tanto di New York, ma anche un po’ di sé. E questa generosità mi commuove e mi colpisce. Se volessi avere un’immagine piatta, seriosa, banale e scontata, potrei leggere mille ed un blog, ed invece, tra tanti, questo è unico, inimitabile. L’ingenuità non è qualcosa di negativo, almeno a parer mio, anzi, è un modo di guardare alla vita con occhi trasparenti, senza condizionamenti di sorta. E dietro l’ingenuità non è poi così difficile notare una profondità di pensiero e delle riflessioni che hanno uno spessore culturale che emerge a ogni post. Mi riferisco, ad esempio alle parole su Salinger, in cui, dietro la leggerezza ho ritrovato dei concetti che mi hanno riportato lontano nel tempo, alle parole del mio professore universitario di letteratura angloamericana che come Alessandra, e come me, adorava The Catcher in the Rye e che con parole semplici ma spontanee mi ha fatto diventare amica di tanti autori, non solo americani. Si può scrivere di cose profonde in maniera “ingenua” e la grande difficoltà sta proprio in questo. Romanzi come Huckleberry Finn e David Copperfield sono erroneamente considerati libri per ragazzi, ma, chi li ha letti attentamente sa che non è così. Spero, quindi, di trovare ancora tanti post…alla scoperta di New York…oltre i cento fissati…perché la conoscenza non ha limiti ed ogni minimo dettaglio è là, pronto ad essere notato, con occhi speciali, “ingenui”, per fortuna, in grado di “vedere” quel che si nasconde ai più, solitamente distratti dal banale, ma che merita di essere scoperto e posseduto.

agrandi's picture

Grazie Grazie Maria Rita. Il

Grazie

Grazie Maria Rita. Il tuo sguardo, la tua sensibilita` e dolcezza mi hanno commosso. Ho risposto alla critica che avevo ricevuto con un post dedicato a pensare a quello che mi era stato rimproverato. Ma nessuno meglio di un altro lettore ha il diritto di offrire un'altra prospettiva. La liberta` e` un grande privilegio e per me e` un'incredibile opportunita` vedere e trovare le vostre tracce. Mi permetto di aggiungere che le tue valutazioni letterarie hanno spalancato i miei sensi e dato senso a quest'avventura. Thank you

Mi dispiace dissentire da

Mi dispiace dissentire da lei, gentile signor nome de plume, ma le confesserò che ogni mattina, da quando ho scoperto questo diario, mi ritrovo a leggere online, prima dei soliti quotidiani, la cronaca di questo viaggio attraverso New York fatto da Alessandra. Un modo per rincuorarmi, per avere il giusto umore prima di immergermi nella deprimente realtà italiana. L’aspetto che mi ha colpito da subito in questo blog è stata la spontaneità, il fatto di mostrare a tutti noi che amiamo New York e purtroppo non vi viviamo, che c’è un modo non convenzionale, originale e spontaneo di guardare al mondo intorno a noi. Mi creda, non è facile portare con sé noi, lettori lontani e curiosi, a vedere New York come se fosse la prima volta, con leggerezza, tenendoci per mano. Non è facile essere generosi, come lo è Alessandra, aprendo la propria anima, donandoci ogni giorno tanto di New York, ma anche un po’ di sé. E questa generosità mi commuove e mi colpisce. Se volessi avere un’immagine piatta, seriosa, banale e scontata, potrei leggere mille ed un blog, ed invece, tra tanti, questo è unico, inimitabile. L’ingenuità non è qualcosa di negativo, almeno a parer mio, anzi, è un modo di guardare alla vita con occhi trasparenti, senza condizionamenti di sorta. E dietro l’ingenuità non è poi così difficile notare una profondità di pensiero e delle riflessioni che hanno uno spessore culturale che emerge a ogni post. Mi riferisco, ad esempio alle parole su Salinger, in cui, dietro la leggerezza ho ritrovato dei concetti che mi hanno riportato lontano nel tempo, alle parole del mio professore universitario di letteratura angloamericana che come Alessandra, e come me, adorava The Catcher in the Rye e che con parole semplici ma spontanee mi ha fatto diventare amica di tanti autori, non solo americani. Si può scrivere di cose profonde in maniera “ingenua” e la grande difficoltà sta proprio in questo. Romanzi come Huckleberry Finn e David Copperfield sono erroneamente considerati libri per ragazzi, ma, chi li ha letti attentamente sa che non è così. Spero, quindi, di trovare ancora tanti post…alla scoperta di New York…oltre i cento fissati…perché la conoscenza non ha limiti ed ogni minimo dettaglio è là, pronto ad essere notato, con occhi speciali, “ingenui”, per fortuna, in grado di “vedere” quel che si nasconde ai più, solitamente distratti dal banale, ma che merita di essere scoperto e posseduto.

Ms Grandi;Articoli da e x adolescenti

Giorni fa lessi un suo contributo,qualcosa come;"Il primo grattacielo,,,od il primo viaggio in tassi`,,,,ora leggo" sarebbe bello se,,,".Ma lei sembra una adulta,perche` scrive queste idee da innocente ragazzina?I suoi sogni di adolescenza son rimaste con lei?Non ha un diario?Vorrei sapere che sbaglio faccio s e penso che queste giovanissime e ingenue idee non debbano esser scritte da un adulto-a.Sembrano poesie di alunni elementari scritte a lungo.Spero che il prossimo contributo sia piu` maturo ed adulto altrimenti ,le suggerisco;"la mia ultima volta,,che,, scrivo x questi lettori".Growing up is hard to do.jgr