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Bookstore

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Alessandra Grandi (April 21, 2010)
Alessandra Grandi, McNally Jackson Books

Camminare per la città e concedersi alla passione per i libri e le librerie...incapace di resistere perche` "posso resistere a tutto, tranne che alle tentazioni"(O.Wilde)

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In "C'è posta per te" Meg Ryan aveva una piccola libreria per bambini. Curata, bella, costosa e familiare. Tom Hanks, con la sua gigantesca catena di mega bookstore FOX, la travolgeva.


Io sono un'osservante del culto dei libri. Una seguace della religione letteraria, in perenne senso di colpa per non aver letto ancora un milione di libri fondamentali e per questo sempre in devoto raccoglimento (leggi: ricerca costante di libri e letture). Per me ogni tempio è sacro e ogni libreria ha il suo fascino, da quella piccola e silenziosa, al megastore con le offerte e i gadget.

Uno dei primi giorni in cui mi trovavo a camminare smarrita per NY entrai in una libreria quieta e seducente dal nome accattivante: "Shakespeare & co.". Comprai un libro e cominciai il mio viaggio nella letterutura americana in inglese.
La cosa buffa di entrare in queste librerie portandosi dietro un decente bagaglio di conoscenza è leggere in inglese titoli di libri che si è già letto, in un'altra lingua, altrove.
La prima sensazione che mi prende è un sorso di piacere e vanità.
La seconda è disidratazione, perchè penso che quel libro originariamente scritto in inglese io l'ho letto vestito da un altro linguaggio e forse non è mai stato davvero mio.
Leggo poco qui e lentamente, mi capita di rileggere libri che conosco, per riscoprirli nella loro essenza pura, ma anche di cominciare romanzi nuovi, per viverli nell'impronta di quest'avventura irripetibile.

C'è un'altra piccola libreria che mi piace molto, si trova a Bleecker Street "Book Book". E' la nuova versione di "Biography" che, come la libreria di Meg Ryan, ha chiuso i battenti dopo venticinque anni.
Poi c'è la catena, "Barnes & Nobles", e mi piace pure quella.
Ha diversi negozi sparsi in tutta la città. Mi piace quello in Lexington Ave. dove ho assistito all'incontro con Paul Auster; e sono rimasta felicemente sconvolta quando, nel negozio sulla Fifth Ave, ho scovato non dico una mensola...ma un'intera sezione di tante mensole con libri dedicati agli scrittori: "come trovare un editore", "trasforma il tuo sogno in una professione", "il manuale del giornalista" (preso), ecc. ecc. ecc. E' anche vero che qui scrivono libri per fare qualsiasi cosa, probabilmente anche per come stendere il bucato, ma ho avuto l'impressione che in questo pianeta se uno vuole fare lo scrittore ha la possibilità di farlo...e sopravvivere!
C'è un mercato, oltre che considerazione.

Ma il mio Barnes & Nobels preferito è quello storico di Union Square. Cinque piani che danno sulla quella che, come dice Marina, è forse l'unica piazza in senso stretto che abbiano qui. Dove la gente si incontra, fa la spesa nel mercato che vi allestiscono e le strade corrono intorno, disegnando un cerchio di caotica pace.
Dentro Barnes & Nobles c'è Starbucks, e quello al quarto piano del bookstore di Union Square è forse il mio preferito della città, se non fosse che trovare un posto a sedere dà lo stesso brivido di una vincita al lotto.
Alle pareti ci sono i murales raffiguranti i grandi scrittori seduti a bere un caffè: Wilde, Nabokov, James, Shaw, Dickinson, Joyce, Neruda, Twain, Kipling, Tagore, Kafka....ve li immaginate tutti insieme a prendere un caffè dentro una grande libreria?
Probabilmente loro avrebbero scelto una libreria nascosta, coperta di polvere, libri dalle pagine ingiallite, topi lettori, vecchie edizioni rare e odore di tabacco e inverni scoperti.

Ai tavolini di questo Starbucks senza glorie siedono invece studenti, gruppi di studio, amici che si danno un appuntamento, persone che mentre aspettano l'arrivo dell'amico sfogliano il libro appena acquistato.
Io oggi ho trovato un posto appoggiata alla finestra, guardavo la piazza sotto di me bevendo un thé bollente (ustionante come al solito!) e ho scritto un articolo a penna, perchè il pc era a casa.
Poi ho passeggiato tra gli scaffali dell'ultimo piano, un sacco di gente sedeva per terra a gambe incrociate e leggeva...avrei voluto affondare in quel mare di parole e dare un senso a tutto quello che un senso, fuori da quegli scaffali, non si trova mai.
Poi tra i classici mi è caduto lo sguardo su "Il Purgatorio" di Dante, alla sua destra "Il Paradiso" e a sinistra uno spazio vuoto...l'Inferno è andato esaurito.
Ho sorriso, e me ne sono andata con il mio nuovo libro tra le mani.

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