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Partecipare ad un rito

Partecipare ad un rito

Alessandra Grandi (February 19, 2010)

Quando il Natale ha bussato alla mia porta newyorchese. Ho cercato un rito che sapeva di vecchio sogno, tra disincanto e le mille luci del Rockfeller Center

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Dicembre 2009


Il primo film che mi viene in mente pensando all'albero di Natale al Rockfeller Center è "Mamma ho perso l'aereo - mi sono smarrito a New York", che lo capisco non è proprio alta filmologia, avrei potuto fare di meglio. Magari qualcuno si sarebbe anche aspettato citazioni più qualificate da una pseudo-psico-cinefila come me, ma che ci volete fare....non ci sono stata a pensare molto, le suggestioni non si comandano.
Forse è un collegamento che ha senso se si pensa che l'aspettativa, l'emozione e l'incanto davanti ad una scena così classica e spettacolare è del tutto infantile.
Ci sono andata a tutti i costi. Volevo esserci. Il mio primo Natale a NYC doveva cominciare con un rito. E il rito non poteva che essere l'accensione del mitico albero di Natale al Rockfeller Center.

Come ogni show americano che si rispetti il programma era intenso e prevedeva la partecipazione di cantanti ed ospiti, che ignoro, e click, al termine della cerimonia di 3 ore avrebbero acceso l'albero. Ore 8.55 PM.

In attesa dell'evento, dopo l'orario di lavoro sono andata con alcuni colleghi a bere un drink a Park Avenue (come da tradizione al posto dei salatini o dei pezzetti di mortadella e parmigiano abbiamo mangiato mini hamburger).
Inizialmente volevano partecipare anche loro al rito pre-natalizio, poi uno dopo l'altro hanno ceduto tutti. Io no. Dovevo esserci.

Nonostante le scarpe inadatte, nonostante la pioggia, nonostante la folla (vasta folla), nonostante un esercito di poliziotti che mi ha fatto fare il giro di tre o forse quattro isolati per tornare al punto di partenza, nonostante le transenne, le pozzanghere, gli spintoni e le macchine...la mia forza di volontà...non è bastata.
Sono arrivata ad un punto per cui non potevo andare avanti, né tornare indietro. Riuscivo ad intravedere sul megaschermo e ad intrasentire (?) tra il caos Michael Bublè che cantava I'll be home for Christmas (e nonostante facessi la figa un po' mi sono emozionata). E poi tutta la gente ha esclamato a gran voce WOW!!

Ebbene sì, l'hanno acceso ed io ero dietro l'angolo.
Vedevo solo il riflesso delle luci.
Quando hanno aperto le dighe mi sono intrufolata e l'ho visto. Alto, maestoso, eccentrico e bellissimo.
Però così non mi è andato bene. Perciò ci tornerò, con calma, senza clamore e con le scarpe giuste, per un colloquio privato con un rito che, seppure commerciale, merita una piccola offerta, di tempo e stupore.

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