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Sull'essere autentici

Sull'essere autentici

Alessandra Grandi (February 12, 2010)

Andare avanti per tornare indietro. Prendo consapevolezza di ciò che so(g)no guardando con complicità ai primi amori.

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Dicembre 2009

Ritorno alle origini, ovvero guardare al futuro pensando ai primi sogni sfilacciati.
Da un po’ di giorni non faccio che incontrare persone che lavorano nell’industria cinematografica. E da un po’ di giorni non faccio che rispondere a domande su cosa faccio e su cosa voglio fare … le questioni cominciano ad intrecciarsi.


Che io sia e mi senta una narratrice (termine trasversale da applicare ai vari stati della scrittura), è ormai un dato che ho acquisito. Che io scelga deliberatamente di diventarlo “ufficialmente” è un rischio che comincia ad avere un senso.
La scrittura è un mestiere che si applica ad infinite possibilità.
Scrivere guide per viaggiatori (come mi viene suggerito ultimamente), scrivere articoli giornalistici, scrivere sceneggiature, scrivere romanzi, scrivere opere di teatro, scrivere per la pubblicità, scrivere un blog. Scrivere.
New York mi ha aspettato pazientemente (bè, non che abbia proprio aspettato me, poteva anche farne a meno … diciamo che il mio sogno di New York ha avuto pazienza) e altrettanto pazientemente ha aspettato la mia scrittura.
Ci frequentavamo … ma non è mai stata una cosa seria. Finora.
Da qui, in questo momento della mia vita, tutto sta diventando più chiaro. Chi sono e cosa voglio.

È finito il tempo delle attese o dei dubbi. In una città in cui tutto è costantemente in movimento, in cui si può essere e rischiare, in cui cominciare e concludere senza troppo struggimento è praticamente obbligatorio, l’ispirazione a trasformare se stessi in una persona autentica è l’inevitabile destino di chi sceglie di abbandonarsi alle possibilità della grande mela, o della vita. Fate un po’ voi.
Perché come dice Agrado in Tutto su mia madre: “una è più autentica quanto più assomiglia all'idea che ha di se stessa.”
Io ho deciso di assomigliare a me stessa.

E parlando di cinema e di Almodòvar, stasera finalmente, dopo essere aver preso parte ad un brunch a Brooklyn, sono andata a vedere un film, al Lincoln Plaza Cinema sulla 62a e Broadway, ed era proprio l’ultimo di Pedro: Los abrazos rotos.
Mi è piaciuto moltissimo e tra le altre cose, parla di scrittura e di cinema!! Riflessioni forzate.

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