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It was time we MET

It was time we MET

Alessandra Grandi (January 24, 2010)

Una visita al MET che si trasforma in tanti regali inattesi. Quadri immortali su tela e quadri passeggeri dalla vista su Central Park, ed io lì, a respirare una malinconica poesia autunnale.

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Novembre 2009

Premessa: pagina scritta alle ore 2.30 P.M. al ristorante del MET, ora riportata.
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Sono venuta a pranzo nel ristorante del MET non solo perchè avessi fame o perchè volessi riposare, ma anche perchè il ristorante si affaccia con delle vetrate enormi su Central Park, e l'autunno è una poesia di malinconia e romanticismo.
Sta piovendo, il che rende più credibile una scena che altrimenti sarebbe sembrata finta, troppo perfetta per assoomigliare al vero.
NY mi ha dato un altro regalo. E' così generosa con me. L'ho cercato per anni (dopo averlo visto in un film) sperando che lo prestassero a qualche museo per una rassegna speciale. Ma è sempre rimasto qui, al Metropolitan Museum of Art di New York. Quando finalmente l'ho visto ho quasi pianto per l'emozione. "Primi passi", di Van Gogh.
L'amore che usciva da quella tela riempiva la stanza intera. L'universo intero. Ed io lo respiravo.
C'è secondo me tutto il senso della vita lì dentro. La fatica e l'amore. Il lavoro duro, la terra brutale e generosa, la famiglia, la tregua e la tenerezza.

Il MET è immenso, perciò mi sono dedicata agli artisti che amo di più, c'erano quasi tutti (mancava Chagall...o almeno io non l'ho trovato). Van Gogh appunto, e poi Monet, Cezanne, Renoir, Degas, Klimt, Picasso, Matisse, delle meravigliose rappresentazioni marmoree dell'amore di Rodin. E poi un'altra sorpresa, che aspettavo da tanto, Jackson Pollock. Erano solo tre tele, ma potentissime.
E sul finire una riproduzione del mio amatissimo "Amore e Psyche" di Canova.
Il pranzo davanti a Central Park con la pioggia e un pezzetto di pane e burro accanto alla mia zuppa di non so cosa (l'ho ordinata sulla fiducia, ancora non ho capito il significato della parola), hanno reso la mia felicità sublime.

C'era una frase nel film "Into the wild" che concentra il senso del mio attuale sentire:
"La felicità è reale solo se condivisa".
Vorrei poterla condividere e trasmettere a qualcuno accanto a me in questo momento, ma forse in qualche modo lo sto facendo.

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