Sign in | Log in

Unica condizione: perdersi.

Unica condizione: perdersi.

Alessandra Grandi (January 18, 2010)

Ho assaggiato il freddo, attraversato due ponti, visitato un sogno e vorrei non finisse mai quest'urgenza di assorbire New York.

Tools

08.11.2009


Ieri mattina ho dato il primo morso al freddo, la crosta esterna e croccante dell'inverno.
Il freddo vero, quello di cui tutti parlano e che temono, deve ancora arrivare. E non ho alcuna fretta di accelerare i tempi.
Gli artigiani della città, coloro i quali limano, modellano, aggiustano e non si lasciano osservare, hanno cominciato ad allestire i nostri desideri in previsione del Natale. Luci e decorazioni a piccoli passi apparecchiano NY.
 
La sera mi ha portato a conoscere la vita notturna e agitata dell’East Village, dove si mischiano caratteri diversi, età e principi di divertimento. Ce n'è un po' per tutti.  
Ma tornare a casa dal lato opposto della città si trasforma nella lenta agonia del sonnambulo. Con la metropolitana che si ferma ad ogni stazione ed Harlem che sembra allontanarsi ad ogni minuto, ogni miglio, mentre io sprofondo nella stanchezza.
 
Inevitabilmente questa mattina mi sono svegliata piuttosto tardi e mi sono trovata a fare la "colazione" preparata da L., la mia coinquilina. Uova strapazzate, patate e qualcos'altro che non ho ben capito. Era buono, ma diciamo che sono riuscita a concepirla come una colazione solo in virtù del fatto che fosse mezzogiorno. Noi italiani normalmente facciamo una colazione dolce e leggera (a parte quando incidentalmente al bar ci ritroviamo a divorare cornetti ripieni di crema  o bombe fritte!)
Una volta cosciente mi sono diretta al Greenwich Village...nel mio immaginario la parte più affascinante della city. E avevo ragione! Sarà stato per la giornata di sole, la gente in giro, la musica nell'aria (c'è sempre qualcuno che suona nelle strade di NY), ma l'atmosfera magica mi ha riempito di allegria.
 In una caffetteria ho riaperto il mio PC e ho recuperato finalmente i contatti con il romanzo in corso...magari riuscirò a finirlo qui.
 
E poi l'ho fatto, sono entrata da Shakespeare &co. ...una libreria di SoHo (o era ancora il Village?) e ho comprato un libro. Come non prendere l'ultimo romanzo di Paul Auster, scrittore newyorchese per eccellenza...inoltre una copia autografata dall'autore??? Ho seguito la filosofia di Oscar Wilde...posso resistere a tutto, tranne che alle tentazioni!
 
Ho continuato a camminare, camminare, camminare senza una destinazione precisa, se non assecondare l’intenzione di perdermi e toccare un’idea, laggiù, da qualche parte a sud. Finché quell’idea l’ho vista e attraversata: il ponte di Brooklyn.
Croce e delizia (croce perché dopo 6 ore di cammino per la città attraversarlo è impegnativo...ma ancora peggio fare, come ho fatto, anche il ritorno in centro dal ponte di Manhattan!). La prossima volta lo ripercorrerò al tramonto, dicono che sia uno spettacolo incredibile.
Tutto questo perlustrare la nuova "casa" mi ha sfiancato, e domani ho altri mille progetti...perciò sabato sera tranquillo. Recupererò il Saturday night un'altra volta.

DISCLAIMER: Posts published in i-Italy are intended to stimulate a debate in the Italian and Italian-American Community and sometimes deal with controversial issues. The Editors are not responsible for, nor necessarily in agreement with the views presented by individual contributors.
© ALL RIGHTS RESERVED - RIPRODUZIONE VIETATA.
This work may not be reproduced, in whole or in part, without prior written permission.
Questo lavoro non può essere riprodotto, in tutto o in parte, senza permesso scritto.