Con più di 60 milioni di italiani il bel paese diventa sempre più multietnico
Nonostante la crisi economica e l'aumento della disoccupazione il 2008 si chiude con una buona notizia per l'Italia che, per la prima volta, supera i 60 milioni d'abitanti residenti [4].
Un numero in linea con le previsioni statistiche nazionali [5] che smentiscono gli allarmismi sul calo demografico e l'emigrazione degli italiani, e che si spiega con un'analisi più dettagliata della composizione della popolazione. Ben 4 milioni di residenti sono infatti di origine straniera, un numero che nel futuro crescerà di circa un 10% annuo. L'Italia si ritrova così all'inizio del nuovo anno come una nazione sempre più multiculturale, alla ricerca di una propria ricetta per gestire il sempre più ricco calderone di etnie.
La distribuzione per età evidenzia come la presenza di stranieri sia concentrata nelle fasce più giovani, ben un bambino su sette nati nel 2008 proviene da una coppia giunta in Italia. Numero che nei prossimi anni passerà a uno su cinque. Dando chiari segnali delle evoluzioni demografiche dei prossimi anni.
"i nuovi stranieri hanno più motivazioni degli italiani" afferma Stefano Molina, dirigente di ricerca della Fondazione Agnelli [6] "vogliono salire la scala sociale mentre per i nostri figli sarebbe già un successo non scendere troppi gradini. Però, all'orizzonte ci sono i conflitti di chi si vedrà escluso dall'accesso alle professioni e alla cittadinanza, nonostante abbia studiato con impegno, lavorato sodo e pagato le tasse proprio come gli italiani. Infine, sanità e assistenza andranno sotto pressione e non riusciranno a smaltire i carichi".
Così, mentre i giovani italiani abbandonano sempre più il bel paese per cercare maggiori opportunità all'estero gli stranieri sono pronti a darsi da fare per occupare le posizioni lasciate vuote nella società. Non stupisce in questo senso il boom delle badanti (più di 700 mila di origine straniera) emblematico di una nazione che invecchia sorretta dalle nuove generazioni straniere.
Una realtà ben lontana dai vagheggiamenti di Mussolini che parlava di 60 milioni di Italiani necessari per un equo confronto con Germania ed Inghilterra. L'Italia di oggi, con un certo ritardo rispetto ad altre nazioni europee, è sia un paese di migranati che meta di immigrazione, confrontandosi con un'ulteriore sfida della globalizzazione.
La speranza per il futuro è che anche il bel paese, come già successo altrove, riesca a cogliere le opportunità e la ricchezza che solo una società multietnica può offrire.
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