Comincia con Francesco Maria Talò, Console Generale d'Italia a New York, il forum delle istituzioni su i-Italy.
Il lavoro che abbiamo svolto per celebrare la festa Nazionale italiana può essere un punto di partenza per spiegare cosa si intende in pratica per “Sistema Italia”.
Per il 2 giugno abbiamo infatti voluto limitarci non solo ad un festeggiamento tradizionale e doveroso. Abbiamo cercato di fare qualcosa di diverso che ha richiesto anche un grande lavoro di organizzazione. Per il quinto anno consecutivo l’invito alla Festa del 2 giugno era esteso da tutti i responsabili delle istituzioni pubbliche italiane a New York. Accanto al Consolato Generale, che ha svolto un ruolo di coordinamento, figuravano l’Istituto Italiano di Cultura, l’Istituto per il Commercio con l’Estero (ICE) e l’Agenzia Nazionale del Turismo (ENIT).
Abbiamo avvertito infatti in modo particolare la necessità di presentarci sempre di più insieme come componenti di un unico “Sistema Paese”.
Siamo tutti impegnati ad aggiornare l’immagine dell’Italia e vorremmo che ad un affetto spesso istintivo si affianchi un apprezzamento consapevole della capacità dell’Italia di essere protagonista nella cultura e nell’economia mondiale.
Conoscere, aggiornare, condividere cultura. Ecco le caratteristiche che, come “Sistema Italia” abbiamo voluto attribuire a una festa nazionale si è sviluppata per la prima volta lungo diversi giorni. Questi sono gli stessi obiettivi che ispirano il nostro lavoro quotidiano e su cui continueremo a puntare.
E’ importante che noi veniamo concepiti, come Consolato Generale, come rappresentanti dell’Italia e dello Stato a 360 gradi. E’ strategico che il Consolato svolga un ruolo di coordinamento nei confronti di tutte le istituzioni italiane di New York e della ricchezza dell’Italia in generale. Mi riferisco infatti anche alle regioni, e a tutti gli enti locali che vengono spesso qui, ma che purtopppo forse non sempre fanno abbastanza gioco di squadra. Si avverte a volte il rischio di sprecare delle risorse, e sappiamo quanto siano preziose soprattuto in tempi di “vacche magre”...
Per lo scorso 2 giugno abbiamo provato a mettere insieme tanti interlecutori e per la prima volta anche due regioni (Sicilia e Toscana) sono entrate nel sistema con i loro enti locali e le associazioni pubbliche e private che a loro fanno riferimento. E mi sembra che abbiamo raggiunto un buon risultato. I temi che abbiamo affrontato, in dieci giorni di festeggiamenti anche fuori da Manhattan, sono stati di carattere diverso, economico,culturale, di costume. L’evento centrale, il ricevimento del 2 giugno, ha visto la presenza di 1300 persone, una partecipazione record.
Avremmo potuto fare meglio, ma ritengo sia stato comunque un ulteriore passo avanti sulla strada che peraltro era già stata intrapresa dal mio predecessore. Credo che il successo di questa iniziativa sia la dimostrazione di ciò che si può fare insieme. Di quanto sia importante, sopratutto in un contesto come quello di New York, programmare gli eventi, coordinarli bene tra noi e con gli interlecutori americani. Ciò ci fa comprendere quante opportunità possiamo avere collaborando in modo coordinato. In una città competitiva come New York è essenziale per avere successo superare egoismi e gelosie, e questo si può ottenere facendo riferimento al Consolato Generale. Non perchè noi abbiamo risorse proprie, ma proprio per la funzione di coordinamento che possiamo svolgere.
Il ricevimento del 2 giugno è costato molto in termini di lavoro, sarebbe stata una cifra enorme se avessimo usato agenzie specializzate. Ma nel complesso da un punto di vista economico non è costato molto più degli anni scorsi. Come di consueto abbiamo usato i nostri fondi di rappresentanza personali, ma soprattutto è stato molto importante allargare il numero dei partner, che hanno partecipato anche economicamente. In sostanza singolarmente chi ha contribuito se avesse investito la cifra investita da solo non avrebbe avuto questo ritorno d’immagine. Per semplificare al massimo dico che con questo metodo se la regione x o il comune y spendendo per un evento di 100 persone, se ne ritrovano 1300. E’ un concetto molto semplice e bisogna proseguire su questa strada.
Senza di ciò, eventi interessanti, organizzati bene, con dei prodotti validi dal punto di vista culturale e commerciale, possono essere sprecati. Questo capita quando vediamo che un ente italiano arriva a New York e spende una certa cifra e ha un pubblico limitato rispetto alle spese che ha sostenuto. E ciò magari perchè l’evento si è tenuto in concorrenza con altri eventi concomitanti, senza una programmazione adeguata (cioè spesso senza quegli margini di tempo che sono necessari per organizzare una manifestazione a New York) e in un contesto di auto-referenzialità. Ovvero, invitando persone che in gran parte non hanno bisogno di conoscere il prodotto perché sono già informati e quindi non sono certo i principali destinatari.
Per questo è importante, fondamentale fare sistema. Magari rinunciamo a qualche evento, ma costruiamo l’occasione per fare massa critica. Ci vuole anche molto impegno, entusiasmo e tanta umiltà. Magari fare un passo indietro da un lato, per farne uno avanti dall’altro. Da parte nostra, come Conslato Generale, cercheremo di essere presenti dovunque, sette giorni su sette.
In questo spazio aperto su i-Italy, mi chiedo e chiedo a chi mi legge se questo lavoro che stiamo cercando di fare per aggiornare l’immagine dell’Italia, per uscire fuori Manhattan, per coordinare, per collegare fra loro non solo diversi uffici, ma i diversi “mondi” di cui è composto il nostro Paese e che in fondo anche rappresentano l’Italia a New York, comincia con l’essere colto e compreso. E’ interessante per noi aprire una discussione su questi temi per avere suggerimenti ed interloquire con tutti coloroi quali sono interessati.
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