Non il distretto urbano di NYC che sta perdendo terreno, a favore dell'espansione della vicina Chinatown, ma il mio paese lontano, che si sta facendo sempre più piccolo sotto il peso del suo malessere. Oggi penso all'Italia. Dov'è finito il Bel Paese?
Non voglio parlare di politica o economia, ma di persone. Dei miei amici che mi seguono da lontano e mi "invidiano", perchè sono stanchi di indignarsi.
Voglio scrivere degli italiani della mia generazione, e non solo, che vorrebbero districarsi dalla matassa di calce che avvolge con un abbraccio gelido e paralizzante tutte le nostre buone intenzioni.
È vero sono distante un mare da quel piccolo paese, ma non per questo mi sento estranea o colpevole di abbandono.
Uomini e donne in cerca di una vita migliore mi hanno preceduto. È dalle loro speranze, dai loro sacrifici e dalle loro incertezze che sono nata. E con speranze, sacrifici e incertezze vado avanti.
Ma che ne è dei miei amici e coetanei che mi scrivono dall'Italia amareggiati e arrabbiati? Che ne sarà di me quando tornerò? Perchè ci viene negato il beneficio del dubbio? Perchè non possiamo ipotizzare di poter conquistare uno spazio privato in una comunità unita?
Se tutta la società "civile" (in Europa e in America) è basata ormai sull'individualismo, sul successo e sul vantaggio, che spazio trovano i piccoli gesti, come si condividono le intime soddisfazioni, insieme a chi si trasformano i sogni?
Ci dicono che per noi è tutto più facile, che il mondo globalizzato parla una sola lingua, che siamo viziati e stanchi. Magari hanno ragione, ma allora perchè siamo così soli?
I dinosauri che sono passati prima di noi si sono mangiati tutto e hanno reso sterile la terra, adesso con la pancia piena ci dicono di servirci, ma quello che vogliono dire è che la paga è bassa e la porta aperta. Ci dicono di prendere senza chiedere il permesso, ma questo vuol dire che loro non si vergognano di servirsi senza rispetto di chiunque e qualsiasi cosa soddisfi la loro libido e incoscienza.
Ecco, se la porta è aperta poi non riproverateci se scegliamo di uscire di scena.
Firmo questa pagina nel modo in cui oggi ho chiuso un messaggio privato per un'amica:
ho paura di tornare, ma ho anche paura che non tornerò più.