Sognava il palco del Teatro Ariston di Sanremo fin da piccolo, Ezio Bosso, compositore e musicista, 44 anni, affetto da una grave malattia, la Sla, emersa a seguito di un intervento al cervello, che addirittura gli aveva fatto disimparare a suonare, precipitando la sua vita “in una storia di buio”. Ci è riuscito, ieri, a conquistare il palco della canzone italiana ed in pochi minuti ha emozionato l’Italia e forse il mondo (il Festival si può seguire in tutto il mondo su Rai Italia) incantando al pianoforte il pubblico con la sua “Following a bird”, che detta “in inglese è più figo”, ha spiegato Bosso.
Un momento molto emozionante del Festival di Sanremo 2016 che ha visto protagonista uno dei più limpidi talenti della musica italiana con una lezione di stile, di vita e di umanità. “La vita come la musica si fa solo insieme” ha gridato a fine esibizione suscitando la standing ovation e le lacrime di tante persone in sala.
Due concetti ha voluto esprimere prima di esibirsi nella sua chiacchierata con Carlo Conti. Il significato di due verbi, ha voluto spiegare: perdere ed ascoltare. “Perdere è un verbo brutto – ha detto – ma non lo è perdere i pregiudizi, non lo è perdere le paure, non lo è perdere il dolore”. E 10 milioni di persone si sono perse con lui alla ricerca dell’uccellino smarrito. “La musica ci insegna che ascoltare è la cosa più importante che esista” in un mondo che ne ha perso l’abitudine.
Un boom quindi. Consacrato anche sui social. La sua pagina fan di Facebook è passata da 38mila like fino a sfiorare i 180mila, e continua a crescere. Segno che ieri l’Ariston ha consacrato e dato alle luci della ribalta un uomo immenso ed un grande talento che ai più era ancora sconosciuto, nonostante da anni, ancor prima che la malattia lo colpisse nel 2011, fosse un enfant prodige della musica internazionale. Questo testimonia che la Rai riesce ancora a produrre un servizio pubblico di qualità. D’altronde il suo curriculum, parla chiaro: Carnagie Hall di NY, Teatro Regio di Torino, Sydney Opera House, vincitore di numerosi riconoscimenti e autore della colonna sonora di “Io non ho paura di Salvatores”, solo per citare alcune tappe della sua carriere. Ora il suo nuovo album “12 stanze” ed un tour per i teatri italiani, che si preannuncia sold out. "La musica è una magia, non a caso i direttori hanno una bacchetta". Così risponde a Conti che gli chiede dove troverà l'energia per affrontare tutti questi impegni.
“Noi uomini tendiamo a dare per scontate le cose belle. La vita è fatta di dodici stanze: nell’ultima, che non è l’ultima, perché è quella in cui si cambia, ricordiamo la prima. Quando nasciamo non la possiamo ricordare, perché non possiamo ancora ricordare, ma lì la ricordiamo, e siamo pronti a ricominciare e quindi siamo liberi”. E’ questo l’insegnamento più grande di un uomo coraggioso e fragile allo stesso tempo che ieri ha fatto breccia nel cuore di tutti con una semplicità ed un' ironia disarmante.
Qui il sito di Sanremo dove poter vedere l'esibizione di Bosso
>>>