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Le donne di Napoli raccontate in teatro.

Le donne di Napoli raccontate in teatro.

Alessandro Milone (February 6, 2016)

Renzulli: la mia Napoli grande ma disunita come nel 1799

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E’ un progetto molto ambizioso quello di Annalisa Renzulli, attrice teatrale e cinematografica napoletana: far conoscere in Italia, e magari sui palchi delle più grandi città del mondo, le grandi menti e le grandi personalità femminili della storia napoletana che tanto hanno dato alla cultura italiana. Prima donna, prima mente e vita da raccontare, non poteva non essere la patriota Eleonora Pimentel Fonseca, letterata ideologa della Repubblica Napoletana del 1799, direttrice del Monitore Napoletano, donna illuminata, politico di razza, che sarà rappresentata in scena nel Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore dal 19 al 21 febbraio con “Eleonora Pimentel Fonseca. Con civica espansione di cuore”.

“Ho scelto Eleonora perché il suo messaggio politico di democrazia aperta e partecipativa è ancora attualissimo. Lei nel lontano 1799 all’alba della Rivoluzione Partenopea ebbe l’intuizione di capire che qualunque rivoluzione o cambiamento radicale sarebbe stato possibile solo con una forte intesa con il popolo.” Intesa mancata, tradita. Conoscere per giudicare. Un vero processo di democratizzazione ed istruzione delle classi sociali più basse. Una visione lungimirante, ancora oggi non compiuta. Oggi come allora infatti, la situazione con le dovute differenze, idealmente, non è cambiata. “Napoli è sbandata. Non c’è unione d’intenti tra classe dirigente e popolo. Non c’è un raccordo, ma solo tanti manipolatori. La poetessa, parlando con il suo Monitore Napoletano anche il dialetto, capì l’importanza dell’istruzione per le classi più povere. Ripeteva spesso ai suoi compagni d’avventura: se non ci capiscono, non ci seguiranno mai. E così fu ”.

Ma non solo donna Eleonora, sensibile ma dura. La Renzulli con la sua stabile di produzione “Stati Teatrali” ha già in mente altri tre progetti. Raccontare innanzitutto altre due donne coraggiose, forti e di carattere. Prima teatralizzare le vicende di Adriana Carafa della Spina, la madre di pietà ispiratrice della Cappella Sansevero celebre al mondo per il Cristo Velato di Sammartino narrata già dalla penna di Beatrice Cecaro, in seguito rendere alla città di Napoli un nuovo omaggio immortalando la figura carismatica di Matilde Serao, fondatrice de Il Mattino, senza abbandonare la grande tradizione dei classici teatrali. Da Cechov a Shakespeare.

Un progetto ricco, lungo e tortuoso. Ma potrà senz’altro rendere omaggio ad una città fiacca, stanca e demoralizzata. Cercando di rispolverare storie, personaggi e menti che fecero grandi Napoli, per smuovere le coscienze.

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