Ho preso un taxi a Buenos Aires, l'omino che guidava era di Amendolara
, un paese sulla ionica vicino a Trebisacce...
Ho preso un taxi a Buenos Aires
l'omino che guidava era di Amendolara
un paese sulla ionica vicino a Trebisacce
anche Antonio Sassone era di Amendolara
è stato uno dei più grandi scultori del Sud America
c'è un cavallo potentissimo a piazza San Martin
lo ha fatto lui
alla sala Sur del quartiere Pompeya oggi c'è il raduno
degli amendolaresi d'Argentina
ci sono 400 persone imbizzarrite tavoli apparecchiati bandiere tricolori
sindaci signore anziani e delegati
i lampadari sembrano quelli della “People's Inn” di Pietrapaola
enormi palle luccicanti che girano mentre parte l'inno nazionale argentino
poi Mameli sulla fascia
siamo tutti in fila davanti al tavolo
si piange
piange pure Mario Tosti
algido fotoreporter del Quotidiano della Calabria
ma chi piange è fesso
è difficile non essere fessi quando parte l'inno di Mameli a Pompeya
un neomelodico di Corigliano Calabro accorda una dance-tarantella
a seguire il folklore del gran maestro Ferreira
un gemellaggio vero e proprio un sodalizio uno sposalizio
quando salgo sul palco l'atmosfera è rovente
un paio di brani e poi un pezzo di Gardel con un
tangheiro immobiliarista dai capelli bianchi
-signori e signori ecco a voi Rocco Pagan alla voce- la balera esplode
Mario Melfi sindaco di Amendolara piomba sul palco per una versione
a tre voci di “Volare”
- è un tripudio tricolore - avrebbe detto Bruno Pizzul
scendo dal palco su di giri ma un po stonato
non ho mangiato niente
faccio il digiuno tattico
sono le nove
come mio padre ai matrimoni
torniamo in città
che puzza in questo taxi
facciamo tutta la strada senza parole
è già stato detto tutto
in quella balera
punto e basta
tra qualche ora comincia la vita
si esce per andare a ballare il tango
si balla fino alle cinque
poi medialuna e caffè con leche
per dimenticare
e dimenticarsi