Sentire il cambiamento e un po' alla volta diventare newyorchesi...o forse noi che questa città l'abbiamo avuta dentro prima di trovarla, newyorchesi lo siamo sempre stati
A volte capita che senta la mia voce fare esclamazioni in inglese, o che legga delle parole italiane come se fossero inglesi senza capirne il senso..fino a realizzare che non si trattava di inglese!
Ma scendendo nel dettaglio, la metamorfosi newyorchese l’ho percepita quando, come ogni altro cittadino della grande mela, ho cominciato a:
attarversare la strada nonostante tutto;
mangiare un pezzo di pane in metropolitana al ritorno dal supermercato senza provare disgusto per il fatto stesso di mangiare in metropolitana (consuetudine precedente la metamorfosi);
considerare la possibilità di acquistare degli stivali orribili, ma caldi, comodi e resisenti alle intemperie, che tutte qui sembrano portare senza attacchi di panico;
ritrovare e riconoscere ogni mattina lo spazzino che pulisce con cura il suo brandello di strada sulla 34ª;
prendere la metropolitana senza (quasi) vivere in simbiosi con la cartina.
Ancora non sono una vera newyorchese perché:
nonostante la fame mi sento un po’ lurida a mangiare nella metropolitana;
porto il giaccone chiuso quando tutti stanno in canottiera;
non annuisco consapevole quando qualcuno mi dà un indirizzo;
non ho ancora visto una libreria diventare un take away o una tintoria gestita da cinesi tramutarsi improvvisamente in un negozio di videogames;
ancora mi capita di dover usare la cartina per orientarmi nella metropolitana.
Ma in fondo è solo un mese.