Alla scoperta degli americani in Italia e di una delle realtà che vedono impegnati moltissimi americani all’estero in attività di volontariato, civismo o semplice attenzione alle dinamiche, in questo caso politiche, del proprio paese
"To show, to demonstrate, to document" in order to tell a story. Using pictures instead of narrative. Above and beyond the stereotype that civilized countries provide. "People portrayed in my pictures are smiling, playing, praying, working, protesting ...". said Stefania in our interview at her home in Brooklyn. She's been in Bolivia, Senegal, Egypt, Afghanistan ... in places and among peoples, in one way or another, extreme.
When the Phoenicians came to Sicily circa 1000 B.C. they were not the first. Sicani, Sicels and Elymians anticipated by centuries the dozens coming after; all who could not resists the Mediterranean Siren’s inexorable lure. Each brought a unique civilization, only to see it transformed and absorbed in the Sicilian Charybdis. Sicilian-Americans, the progeny of all those melded civilizations...do they still hear the siren’s enticing melody coursing their veins? Increasingly I hear: “Are you Italian? No! I’m Sicilian!
“Mostrare, indicare, documentare”per raccontare. Usare foto al posto della narrativa. E chi osserva i suoi scatti in giro per il mondo, scopre qualcosa di diverso, spesso insaspettato. Al di al di là dello stereotipo che i paesi civilizzati offrono. Perche - ci dice l'autrice delle foto nel corso della nostra intervista nella sua casa a Brooklin - "le persone che ritraggo in foto sorridono, giocano, pregano, lavorano, protestano... ". E' andata in Bolivia, Senegal, Egitto, Afghanistan... in luoghi e tra popoli, in un modo o nell’altro, “al limite”.