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Senza titolo, tanto non serve piú!

Senza titolo, tanto non serve piú!

Dom Serafini (September 29, 2008)

Compito: come trasformare il collasso
di Wall St. in una vittoria per McCain

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di Dom Serafini. Vi sentite dispiaciuti per l’alto numero di speculatori di Wall Street che ora sono costretti ad andare a trovare un vero lavoro? No? Bene, allora chiamiamo questi “personaggi” con un appropriato nome: parassiti che hanno distrutto le pensioni, i risparmi e le case di milioni di persone e portato tanti Paesi all’orlo del collasso economico.


Gli unici ad essere dispiaciuti delle sorti di questi “parassiti” sono i politici, gli stessi che hanno gettato le basi per questo prevedibile disastro economico-finanziario mondiale, permettendo a questi di fare e disfare a loro piacere. Gli stessi politici che ora, con sovvenzioni governative, vogliono soccorrere Wall Street: una specie di Robin Hood al contrario, prendere dai poveri per dare ai ricchi. E non é che il “bail out” (salvataggio) risolva tutto, anzi fará in modo che il dollaro si svaluti ulteriormente per via dell’eccessiva moneta messa in circolazione.
Immaginate, gli speculatori potevano persino assicurare al ribasso azioni che non possedevano ed intascare il valore della polizza assicurativa quando queste scendevano in borsa. Discesa che gli stessi speculatori contribuivano a fare. Si é permesso che gli speculatori facessero confluire sul mercato del petrolio, del grano e di altre “commodity” miliardi di dollari per cambiarne artificialmente a loro favore l’andamento della domanda ed offerta.
Il bello, o meglio il brutto, é che i politici stanno ora usando la crisi finanziaria da loro permessa (l’hanno creata i finanzieri, ma loro l’hanno permessa) come strategia politica per le elezioni presidenziali.
Per risolvere la crisi, creatasi sotto la spinta del presidente George W. Bush e del suo Partito Repubblicano, il presidente ha proposto sovvenzioni a Wall Street dell’ordine di 700 miliardi di dollari. Questi aiuti finanziari statali sono peró ostacolati dallo stesso Partito Repubblicano, che non vuole presentarsi ai suoi elettori come un partito socialista. Questa mossa sta forzando il Congresso, ora in mano al Partito Democratico, ad appoggiare il “bail-out” per non assumersi la colpa di un collasso finanziario che potrebbe arrivare a 5.000 miliardi per i soli Stati Uniti. A questo punto i Repubblicani hanno accusato i Democratici di essere i soliti “intervenzionisti socialisti”. Cioé stanno trasformando un problema causato da loro in una soluzione per la potenziale vittoria del Repubblicano John MacCain alle presidenziali.
Come si é arrivati a questa crisi finanziaria? Che il problema esisteva da tempo era chiaro a molti osservatori, pertanto i politici non possono dire che non avevano motivo di preoccuparsi. Giá dal 2002 scrivevo commenti sugli errori dell’integrazione verticale ed orizzontale (Intermedia, aprile 2002) causati dalla mancanza di regole. Poi, nel 2003, una serie di articoli su AmericaOggi su come: “Bill Clinton… abbia favorito le multinazionali, gli oligopoli tramite i consolidamenti e le bolle speculative di Wall Street” (aprile). In agosto: “..il blackout [elettrico] é stato il risultato della speculazione rampante che l’amministrazione del presidente Bush ha permesso ai suoi finanziatori”. In ottobre: “L’economia come opinione politica”, in cui scrivevo come “l’alta finanza sia pura speculazione e l’economia pura opinione”. Le denuncie sono continuate nel 2004, nel 2005 e specialmente nel 2006 con: “Le Authority inutili” (novembre) per la mancanza di controlli negli Usa; nel 2007, “Le Authority al contrario”,  per quanto riguardava l’Italia, definendo la Consob una “tigre di carta”, che “non controlla…non tutela i diritti individuali dei risparmiatori, ma il mercato”. Anche durante il 2008 non si é mancato di indicare i pericoli della deregolamentazione, specialmente con l’articolo “Il mercato non risolve tutto” (gennaio su L’Italo-Americano), dove si denunciava come il “problema del "the market knows best" (il libero mercato sa tutto), che è la versione americana del francese laissez-faire, sia costituito dal fatto che il potere politico è stato soggiogato da quello finanziario. Infatti, tutte le integrazioni verticali ed orizzontali, non sono state frutti di strategie di mercato o di logica aziendale, bensí di operazioni finanziarie”.
Poi, a luglio del 2008 su Il Cittadino Canadese, “Gli speculatori: la peste del secolo creato dai politici”. Come si puó facilmente dimostrare, i problemi che il laissez-faire avrebbe causato erano noti da molto tempo, ma é difficile punire i politici perché questi, a livello penale, non sono responsabili: solo a livello morale e, in questo caso, vuol dire poco.
Allora dobbiamo prendercela con i diretti colpevoli, cioé i finanzieri e gli speculatori: quelli che hanno corrotto i politici affinché potessero avere mano libera per distruggere l’economia mondiale ed arricchirsi a livello personale. Ció che é ancora piú osceno sono i salari ricevuti nel 2007 dai (oggi ex) capi delle societá che sono in difficoltá ed hanno contribuito a causare il collasso finanziario: Daniel H. Mudd (Fannie Mae), $11,6 milioni; Richard F. Syron (Freddie Mac), $18,3 milioni; Lloyd C. Blankfein (Goldman Sachs), $53,8 milioni;  Richard S. Fuld Jr. (Lehman Brothers), $49,1 milioni; E. Stanley O’Neal (Merrill Lynch), $22,41 milioni nel 2006. Senza contare poi il valore in borsa Maurice R. Greenberg (AIG): $1,25 miliardi nel 2007. Pensiamo anche agli stipendi milionari dei dirigenti che hanno portato a picco l’Alitalia. #

 

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