Diffondere la cultura giuridica italiana nel mondo, questa è la mission della rivista “The Italian Law Journal”, nata nel 2015 e pubblicata da Edizioni Scientifiche Italiane di Napoli, storica casa editrice italiana guidata dal Professor Pietro Perlingieri.
Un obiettivo ambizioso, una sfida unica in Italia, in quanto si tratta della prima rivista italiana interamente open-access ed in lingua inglese, ideata con lo scopo di promuovere il dibattito accademico internazionale sulla cultura giuridica italiana tra studiosi di diverse tradizioni e supportata, a livello accademico da due delle più prestigiose associazioni accademiche, la Sisdic (Società italiana degli studiosi del diritto civile) e la Sird (Società italiana per le ricerca nel diritto comprato), nonché dalla giovanissima Harvard Italian Law Association.
Un’idea vincente che in pochi mesi ha attirato l’interesse di alcuni tra i più importanti giuristi del paese ed in neanche tre anni di attività ha portato la rivista ad essere inserita in oltre 150 cataloghi di Università in giro per il mondo, da Harvard a Stanford, da Cambridge a Sydney, soltanto per citarne alcune tra le più rappresentative.
“L’idea è maturata – spiega l’ideatrice la Prof. Camilla Creaeditor in-chief della rivista – durante un periodo di visiting e di ricerca alla Berkeley University. Mi sono accorta che nei cataloghi, vastissimi e gratuiti, di cui l’Università disponeva, mentre era facilmente reperibile materiale giuridico della Polonia, ad esempio, nulla invece vi era della grande tradizione giuridica italiana. Rientrata in Italia, con il supporto della ESIe di tanti colleghi italiani e stranieri, abbiamo ideato l’ItalianLawJournal, proprio al fine di porre rimedio a questa mancanza”.
Così la rivista, che viene pubblicata con cadenza semestrale, è andata ad occupare un vuoto, e si è da subito imposta come punto di riferimento per i tantissimi italiani all’estero o per i tanti ricercatori interessati al nostro diritto ma che avevano difficoltà insuperabili nel trovare materiale e fonti in lingua inglese.
“A testimonianza di ciò – continua Camilla Crea – racconto un’aneddoto: a pochi mesi dal Referendum Costituzionale italiano del dicembre 2016, il Prof. Jason Mazzone dell’University of Illinois Urbana-Champaign, membro dell’AdvisoryBoard della rivista, ci segnalò che, oltre le notizie riferite da alcuni media internazionali, mancavano fonti, in lingua inglese, dalle quali capire effettivamente cosa stesse accadendo, sul piano giuridico e politico in Italia”. Così è stato creato un numero speciale della rivista interamente dedicato al Referendum.
In quei mesi, ancora, è stato istituito il primo Constitutional Court Watch, un vero e proprio osservatorio, che ha l’intento di segnalare, sempre in lingua inglese, le decisioni più rilevanti della Corte Costituzionale Italiana.
Questa è, sostanzialmente, la missione della rivista: far si che il dibattito sulla cultura e la tradizione giuridica italiana esca dai confini nazionali e si arricchisca di contributi o critiche provenienti dall’estero in un continuo e virtuoso dialogo. Per questo motivo, all’interno dell’AdvisoryBoard sono presenti giuristi e studiosi di fama internazionale come, tra gli altri, Guido Calabresi di Yale, Guido Alpa della Sapienza, Simon Whittaker di Oxford, Renato Nazzini del King’s College di Londra ed Amanda Tyler dell’Università della California Berkeley, Gunther Teubner dell’Università di Frankfurt.