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Saluti da Marcinelle

Saluti da Marcinelle

Peppe Voltarelli (February 17, 2013)
voltarelli

Charleroi - Belgio

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Erano anni che volevo andare a Marcinelle

Luogo simbolo delle stragi sul lavoro e della storia dell'emigrazione italiana 

Parto da Bruxelles in 40 minuti di treno sono a Charleroi 

le due del pomeriggio c'è un bel sole mi metto in fila per il 52 che porta a "Le Bois du Cazier" dalla stazione ci vuole un quarto d'ora giusto il tempo di uscire dalla città e di arrampicarsi sul colle 

più saliamo e più diventa tutto grigio l'autista dall'ottima guida sportiva che ha i capelli lunghi e un marcato accento siculo-belga mi fa segno che siamo arrivati 

Si tratta di un villaggio di poche case costruite tutte intorno alla miniera che ormai è chiusa dal 1967 

sembra un paese che sta riposando in giro non c'è nessuno solo qualche auto parcheggiata

c'è una specie di serenità  i posti delle grandi catastrofi vivono in un silenzio grave perpetuo

come se il peggio fosse già passato ora è la pace

nell'alimentari di Zia Maria compro il mio pranzo 

un pacco di gomme 

Entro nel Museo inaugurato meno di dieci anni fa e scopro una grande cura 

Il monumento in marmo con tutti i nomi dei caduti il binario del treno i carrelli per il carbone la campana che ad ogni anniversario fa 262 rintocchi in memoria dei caduti 

tutto è pulito nuovo in ogni angolo c'è l'indicazione per l'audio guida tutto è stato ricostruito fedelmente 

il personale è gentile alla cassa si vendono i ricordini della miniera statuine con il casco e la lampada poi libri dischi e documentari dedicati alla storia del posto e alla catastrofe 

 

Mi metto a passeggiare con in mano l'audio guida a forma di telefono che racconta 

l'8 agosto del 1956 alle 8 30 di mattina a 950 metri sottoterra scoppia  l'incendio da cui ha inizio la tragedia 

262 minatori restano intrappolati  

spengo 

mi infastidisce quella voce mi pare di essere a scuola 

sono venuto qui per sentire il rumore dell'aria  sono venuto a trovare la mia gente non a fare il turista 

vado al centro del piazzale ed entro nella stanza del memoriale dove ci sono tutte le foto dei minatori morti

eccoli li ho trovati finalmente sono qui

mi metto a leggere tutti i cognomi i nomi i paesi di provenienza giovani e padri di famiglia 

hanno facce fiere non sono tristi questo mi rincuora 

mi guardano e mi raccontano la loro storia le loro famiglie i loro paesi le regioni  22 pugliesi 12 marchigiani  poi molisani veneti calabresi l’Abruzzo è la regione maggiormente colpita  62 caduti facce piene di speranza

lavoratori partiti da Manoppello da Roccascalegna da Salice Salentino da Racale da Ferrazzano da Montaperto da Rosarno 

con i compagni di miniera Belgi Francesi Algerini Greci tutti insieme la sotto a 1000 metri di profondità a scavare carbone da portare in superficie  seppelliti vivi

il silenzio diventa ancora più grande

hanno ricostruito un cunicolo con i rumori della miniera 

voglio uscire 

compro due libri e imbocco il cancello

qui davanti le famiglie hanno aspettato accampati giorno e notte quasi un mese prima di avere la notizia definitiva del ritrovamento dei corpi

un mese a pregare davanti al cancello

mi passa un brivido sulla schiena

prendo la strada per il villaggio 

e mi fermo nell'unica osteria La Taverna Cazier

ci vuole una birra una cosa fresca voglio parlare con qualcuno

il titolare è abruzzese nato a Marcinelle 

la famiglia è di Manoppello prima di oggi non conoscevo questo paese della Maiella

stasera c'è una festa al bar ci sarà un fisarmonicista 

Tomas parla un abruzzese antico e ha due figlie piccole biondisssime che corrono per tutto il bar

dice che vorrebbe fare una festa al giorno come si fa nei paesi in Italia qui però la gente non esce per andarsi a divertire

ogni estate torna in Abruzzo con la famiglia e mentre lo dice si entusiasma 

un signore anziano seduto vicino a me 

si chiama Peppino è di San Marco in Lamis

lui non torna ormai la famiglia è tutta qui in Belgio

butto giù tre o quattro birre il giusto che mi serve

scorgo al muro un poster di Tony Montante cantante italiano per feste e matrimoni

non poteva mancare il Tony 

stazza da peso massimo 

baffo e capello lungo sulle spalle 

collo taurino 

sospetto che la foto sia di almeno vent'anni fa

giacca bianca e anello al mignolo

E' lui 

c'è un Tony Locale per ogni comunità 

per ogni paese per ogni città

e io lo ritrovo sulla mia strada

mi rende la giornata meno triste 

Tomas mi regala il disco dell'artista

il primo brano è "Chi non lavora non fa l'amore"

saluti da Marcinelle

 

 

 

 

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Grazie

Non sapevo che eri un grande uomo del mondo conosciuto artista vi posto una foto di voi nel mio bar con la mano e il tuo otographe Deta la vostra visita

buona fortuna poter soddisfare la vostra bella canzone la sua bella

Peppe grazie per la vostra visita con noi sei il benvenuto ogni volta che vuoi