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Elezioni con scompiscio

Elezioni con scompiscio

Stefano L. Vaccara (March 24, 2008)

Riflettendo sulle elezioni italiane e sui loro protagonisti all'estero, viene da scompisciarsi, come avrebbe detto Totò.

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In una settimana di preoccupanti notizie economiche e internazionali, scegliamo di occuparci di politica italiana perché vogliamo tirarci su il morale e ridere un po'. Sì proprio così, riflettendo sulle elezioni italiane e sui loro protagonisti all'estero, viene da scompisciarsi, come avrebbe detto Totò.

Tenta l'impresa di far ridere chi sta già piangendo il leader del PDL Silvio Berlusconi, quando risfodera il repertorio di battute che ricordano i folgorosi anni da premier. (Ricordate quella a Wall Street? Investite in Italia e fatevi trasferire lì perché le segretarie hanno gambe favolose...) Il Cavaliere dice ad una giovane precaria, che chiedeva consigli come metter su famiglia, di sposare il figlio di un riccone, ma nessuno ride. A sinistra non hanno senso dell'humor, dice. Eppure ci avevano provato anche Veltroni e Co. ad essere così ridicoli da essere inquietanti. Basti pensare alle candidature in Sicilia, dove una barzelletta dal finale tragico non è durata fino ad aprile solo per il fatto che il PD aveva reso pubbliche le sue liste con qualche giorno di anticipo. Così quando i leader del partito si sono accorti che alla "battuta" di lasciar fuori il vicepresidente della commissione Antimafia Giuseppe Lumia, che era stato tra gli organizzatori della resistenza degli imprenditori siciliani al pizzo mafioso, mentre nelle liste si confermava il discusso Wladimiro Crisafulli (colui che appare in un video-registrazione della polizia mentre discute di politica e affari con un boss mafioso di Enna... per saperne di più leggete il libro "I complici" di Lirio Abbate), ecco che nessuno rideva più e non sapevano più come fare.... Li ha salvati il chirurgo Ignazio Marino, che dopo essere tornato dall'America e aver servito bene in Parlamento, anche lui non rideva e ha deciso di lasciare il suo posto di capolista al Senato a Lumia per evitare al PD la malafigura.

Ma ecco che ci scompisciamo alle vicende delle candidature degli italiani all'estero per la circoscrizione Nord America. A destra di questa colonna, trovate la reazione all'epilogo di una proposta che non voleva essere certo ridicola, ma anzi tanto seria quanto provocatoria: mettere il PD, il partito "nuovo", di fronte alla responsabilità di dimostrare con i fatti dove consista la novità. Almeno si sono tolti veli alle ipocrisie: c'è qualcuno, chiuso in uno stanzone romano, che decide chi candidare e chi no? Alla faccia del democratico. Ma torniamo alle barzelette.

La più bella la sapevano tutti ormai, tranne gli interessati che fingevano di non sentirla: nel PDL c'erano almeno una dozzina di candidati (su sei posti!) che erano sicuri al 100% di entrare in lista. Non al 90%, ma al 100%. Ovviamente il finale lo si poteva già prevedere.... Quindi dei bravi (nel senso manzoniano del termine) strateghi del Cavaliere avrebbero "in grande segreto" dato la certezza a nomi noti della comunità italiana di New York e dintorni di essere in lista, in modo da calmarne gli amini, renderli tranquilli, innocui. Soprattutto togliergli ogni tentazione di andare in un'altra lista. Così sono rimasti zitti e buoni a preparare le loro pubblicità elettorali fino a lunedì. Quando poi non si sono visti in lista, è scoppiata la tragedia, anzi la sceneggiata. Solidarietà a chi è stato escluso senza alcuna logica politica, dato il consenso popolare già ottenuto (ci riferiamo al deputato di Filadelfia Salvatore Ferrigno che con i suoi diecimila voti salvò Forza Italia e il centrodestra alle elezioni del 2006), ma nel vedere gli altri solo adesso urlare vendetta, che fanno appelli a non votare il Pdl alla Camera perché il loro nome non c'è, ecco che viene lo scompisciamento. Avete capito il ragionamente dei trombati? Se tra quella dozzina di "fregati" ai quali in nome dell'onore del Cavaliere era stata promessa la candidatura non ci fossi pure io, allora evviva il Pdl e votate e fatemi votare. Ma appena scoprop che il mio nome non c'è, tradimento! Vergogna! Bugiardi e malfattori, vendetta tremenda vendetta! Sembra una sceneggiata ma il finale, se fa ridere chi la segue, farà piangere chi da Roma sembra tentare una impresa che sembrava impossibile: far perdere Berlusconi in Nord America. Ricordate quel centravanti del Milan degli anni Settanta, Egidio Calloni? Solo a lui riusciva di tirare, dalla linea di porta, la palla sopra la traversa quando in effetti veniva più facile appoggiarla dentro. Un vero campione nello sbagliare gol fatti. Ecco, certi bravi consiglieri del Cavaliere, almeno per il Nord A merica, sembrano tanti Calloni scatenati.

Intanto osserviamo la rabbia dei personaggi della comunità che fino a poche ore dalla notifica delle liste, zitti zitti non si accorgevano di recitare dentro una mega barzelletta raccontata dal Cavaliere. Ecco questa sì che sta ancora facendo ridere, anzi scompisciare come quando Totò diceva "vota Antonio, vota Antonio".

Pubblished by America/Oggi7 march 16, 2008

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