Mondiali di calcio Vs Superbowl: sfida tra le due finali più seguite al mondo
Mondiali di calcio Vs Superbowl: sfida tra le due finali più seguite al mondo
9 luglio 2006, Berlino (Germania): finale dei mondiali Italia-Francia;
1 febbraio 2009, Tampa Bay (Florida): Finale del XLIII Superbowl Cardinals-Steelers
Una volta ogni 4 anni l’intero globo, dalle americhe all’Australia, dall’Inghilterra al Sud Africa, si riunisce davanti ad un'unica partita: la finale dei mondiali di calcio. Ma c’è un paese che, pur seguendo i mondiali, dedica tutta la sua attenzione ogni anno ad un altro evento sportivo. Un evento che, nel 2009, ha attirato quasi 100 milioni di spettatori cioè un terzo della sua popolazione. Questo paese sono gli Stati Uniti e la manifestazione che l’ha tenuto in sospeso, salendo al terzo posto come trasmissione più seguita nella storia della nazione, è il Superbowl di Football.
Ma quali sono le differenze tra le due partite? Cosa ha di tanto speciale la finale di football da essere più importante per molti americani rispetto alla finale di calcio?
New York, 9:00 a.m.: la diretta della partita di football tra i Pittsburgh e gli Arizona è prevista per le 5 di sera. L’NBC, canale che detiene i diritti del Superbowl, inizia la diretta da Tampa Bay. I reporter raccontano ogni istante della preparazione: dalla colazione degli atleti all’affluenza del pubblico. Ad alternare le dirette dalla Florida un susseguirsi di spot e news sportive tra cui anche un’intervista a Bruce Springsteen, che terrà quest’anno il concerto di metà partita. Nel pomeriggio persino il presidente Obama, vestito con una poco formale camicia a quadri, lancia dalla Casa Bianca il suo messaggio per il pubblico: “Auguro ogni bene ai Cardinals ma io tifo per Pittsburgh, sono il team che sento più vicino al cuore”.
Roma, 9:00 del mattino: la diretta della finale Italia-Francia è prevista per le 8:45 di sera. Nelle tv e nei cuori della gente la partita è al centro dell’attenzione. I telegiornali dedicano qualche notizia alla nazionale che si appresta a giocare per il titolo ma, nonostante i numerosi riferimenti alla partita, il palinsesto televisivo va in onda secondo i canoni quotidiani. Nelle piazze iniziano a montarsi i maxi-schermi e la decisione del giorno diventa dove guardare la partita: da un amico, in mezzo alla folla o magari al bar sotto casa.
New York, 5 p.m.: le strade della Grande Mela sono deserte. La vita quotidiana della “Città che non dorme mai” sembra essersi presa qualche ora di pausa. I cittadini sono tutti radunati davanti ai televisori dei ristoranti o a casa di amici. Alcuni attrezzati con i barbecue, altri armati di birra e pollo fritto. Finalmente la sigla, realizzata ad hoc per l’occasione, annuncia che il LXIII Superbowl inizierà tra pochi minuti. L’eroico pilota dell’aereo ammarato un mese prima nell’Hudson sfila davanti al pubblico che lo accoglie trionfante. Poco dopo entrano le squadre circondate da fuochi d’artificio. E’ il momento dell’inno nazionale. Jennifer Hudson, ex “reality girl” e premio Oscar, ha l’onore di cantare davanti alla folla che ascolta in piedi e con la mano sul cuore.
Roma, 8:30 di sera: le piazze sono stracolme di gente radunata davanti ai maxi-schermi. Non esiste più alcuna differenza tra nord e sud. Tutti sono in strada o nei locali ad attendere l’inizio della partita, pronti ad esultare per le gesta della nazionale. Italia e Francia entrano in campo in maniera molto sobria. Ad illuminarle i flash dei fotografi professionisti e del pubblico armato di digitale. Le note dell’inno nazionale rimbombano in tutti gli altoparlanti dello stadio, seguite da un coro unanime di tifosi che sormonta la voce dei calciatori.
Su entrambi i campi è sempre una monetina a decidere a chi spetterà la palla d’inizio. Ma mentre nel campo di calcio è l’arbitro a celebrare questo rito, a Tampa Bay la responsabilità è affidata al generale Patraeus, comandante in capo in Afghanistan ed Iraq. Entrambi gli sport condividono però l’emozione del calcio d’inizio, momento magico in cui tutto il pubblico si zittisce restando col fiato sospeso.
La partita di football è un vero e proprio spettacolo, uno show che alterna azioni velocissime a spot pubblicitari dai costi esorbitanti studiati ad hoc per l’occasione. Tra questi fanno la loro comparsa i primi spot in 3-D ed anche qualche spot sulle nuove fonti di energia rinnovabile, segno dei tempi che cambiano. Durante il match i replay sono continui, la moviola è ammessa come prova in campo dalla lega ed ogni touchdown si trasforma in un’esplosione di luci. Persino l’arbitro si trasforma in uno showman grazie ad un microfono collegato agli altoparlanti dello stadio che gli permette di parlare direttamente con il pubblico.
Durante la pausa più lunga, cioè dopo il secondo dei 4 tempi, il campo viene occupato da un palco montato in pochi istanti e subito circondato dal pubblico pronto ad intonare le canzoni del Boss. Da più di 10 anni la NFL ha chiesto senza successo a Bruce Springsteen di cantare durante le partita. L’attesa è premiata da uno spettacolo che solo la rockstar simbolo dell’America con la sua E-Street Band può dare. Il Football diventa una commistione tra sport e show-business in cui lo spettacolo fa da protagonista durante l’intera partita.
La finale dei mondiali è invece un momento quasi sacro in cui è lo sport a far da padrone. Le interruzioni pubblicitarie sono solo delle fugaci incursioni e spariscono quasi subito per dare spazio alle gesta dei calciatori. L’attenzione è tutta sulla partita. Solo tra i due tempi la pubblicità scende in campo lasciando il dovuto spazio a qualche commento.
Il XLIII Superbowl si è concluso con una vittoria dei Pittsburg Stealer decretata negli ultimi 20 secondi di gioco. L’enorme risultato di pubblico ed il record d’ascolti dell’evento hanno smentito le previsioni negative sugli incassi. A quanto pare il Football è riuscito ad uscire parzialmente indenne dalla crisi e l’NBC ha portato a casa la cifra record di 206 milioni di dollari in spot.
Mentre gli americani dovranno attendere solo un anno per il prossimo evento, per noi amanti del “soccer” l’attesa durerà ancora 16 mesi prima del calcio d’inizio che terra nuovamente in sospeso il mondo intero.
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