Supereroi americani disegnati da autori italiani
Supereroi americani disegnati da autori italiani
Folla di artisti italiani al Jacob Javits Center per la nuova edizione del Comic-Con 2009, fiera del fumetto, tenutasi dal 6 all'8 febbraio, nella Grande Mela.
Gabriele Dell'Otto, Rob Granito, Davide Gianfelice, Simone Bianchi, Frankie D'Armata, Frank Tieri: vi suggeriscono qualcosa?
E se vi aiutassimo accennando a nomi come Spiderman, Wolverine, Batman o Capitan America?
La connessione tra le due liste di nomi potrebbe sembrare un po' criptica per chi, tra il 6 e l'8 febbraio, non si fosse recato all'affollatissimo Jacob Javits Center di New York per il Comic-Con 2009.
Girando per gli stand della fiera è stata una sorpresa per noi scoprire quante mani di giovani artisti italiani ed italo-americani si trovino oggi dietro i disegni di alcuni dei supereroi americani più popolari.
Viene naturale chiedersi perchè autori così talentuosi e tanto famosi negli Stati Uniti siano poco conosciuti in Italia: "All'estero la cultura dei fumetti è più forte ed è vissuta come una forma d'arte, forse perchè in America ci sono nati con i fumetti". A risponderci è Davide Gianfelice, conosciuto in Italia come disegnatore di numerosi "John Doe" e nel mondo per i lavori svolti nella serie Northlanders pubblicata dalla Vertigo. "A New York è tutto più professionale, più amplificato. E' bello lavorare in America, c'è più libertà nel disegnare, mentre in Italia si è troppo legati allo stile editoriale".
Rob Granito, invece, ha potuto concretizzare la sua passione legandola ad un sentimento di soddisfazione personale nata dal legame con suo padre: "Mio padre per lavoro faceva scarpe. All'inizio non prendeva sul serio la mia passione per il disegno. Poi un giorno è venuto ad una fiera e lì mi ha visto preparare delle tavole mentre la folla intorno mi chiedeva autografi. Da allora è diventato fiero di me ed orgoglioso per quello che faccio." Americano di origini italiane Rob lavora come illustratore da quasi 15 anni. Nella sua carriera ha realizzato numerose copertine di Superman e Batman per la DC. Tra i vari lavori ha anche collaborato con la Warner Brothers per la serie animata di Batman e con la Disney per la serie Gargoyles.
A spiegarci meglio cosa vuol dire essere un fumettista in America rispetto all'Italia è invece
Clicca per vedere alcuni lavori di Simone Bianchi |
Simone Bianchi, artista toscano, che può vantare un curriculum di tutto rispetto grazie ai suoi lavori per Marvel e DC, le principali case editrici del mercato americano. Gli abbiamo parlato mentre disegnava una tavola su X-man: "Esiste una differenza cruciale tra l'America e l'Italia. Lavorare per la Marvel significa pubblicare il tuo lavoro in tutto il mondo, con la Bonelli (famosa casa editrice italiana ndr) invece questo non succede. É un peccato perchè si tratta, in entrambi i casi, di fumetti di qualità. I disegnatori italiani sono timidi ma per creare una forma di comunicazione credibile e degna di rispetto bisogna essere visibili. Tuttavia anche in America il fumetto come arte è ancora un po' ghettizzato. In questo però i film aiutano molto."
La parola arte ricorre spesso nei discorsi degli autori intervistati. Ad approfondire l'argomento è stato Gabriele dell'Otto, che ci ha concesso gentilmente un po' di tempo mentre ultimava un disegno di Hulk. A colpirci in maniera particolare è stato il modo in cui il foglio bianco a poco a poco prendesse forma ed i dettagli, all'inizio insignificanti, diventassero sempre più parte di un
Clicca per vedere alcuni lavori di Gabriele Dell'Otto |
insieme. "In america ci chiamano artists, ma io sono un'illustratore, un disegnatore di fumetti. Sicuramente c'è un legame con l'arte, probabilmente il motivo per cui ci sono tanti disegnatori italiani è per la nostra forte identità culturale e per le nostre radici artistiche. Io ho studiato al liceo artistico, lì mi hanno insegnato poco di come si disegna davvero, l'unica cosa che porto dietro da quella esperienza sono gli insegnamenti dei grandi maestri italiani."
A differenza di molti suoi colleghi la passione di Gabriele per il disegno è stata da sempre condivisa dalla famiglia. Suo padre è un appassionato di fumetti, ed i suoi gli hanno garantito l'opportunità di studiare per realizzarsi con successo in questo settore. "All'inizio è stata dura. Prima di lavorare nei fumetti mi sono trovato a realizzare disegni per uno studio di illustrazione scientifica. Sapete, quei cartelloni che si vedono a scuola tipo: l'evoluzione della cellula. Ho lavorato anche per un calendario dei carabinieri. Poi ho iniziato a collaborare con la Panini, che distribuisce i fumetti Marvel in Italia. Sono seguite varie collaborazioni nel resto d'Europa. In Francia, per esempio, dove il fumetto è molto apprezzato e non è insolito vedere persone adulte che leggono Tin Tin in treno. In Italia probabilmente si nasconderebbero dietro un giornale." Ma a riassumere la sua passione per il mondo dei comics è un ricordo denso di significato: "Mia madre dice che le mie prime parole sono state: Carta e Penna." Oggi i lavori di Gabriele vanno ben oltre le innumerevoli collaborazioni con il mondo dei fumetti comprendendo anche la realizzazione di materiale legato al videogames "La grande alleanza", sempre ispirato agli eroi Marvel.
La fiera, che solo qualche anno fa consisteva nella semplice presentazione di volumi illustrati sui supereroi e fumetti provenienti dall'oriente, si è oggi trasformata in uno spettacolo accattivante dove è facile trovare gente travestita da Superman o scambiere un saluto con le Tartarughe Ninja. Ovunque si incontrano fan sfegatati, spesso etichettati come nerds o geek, uno status che sta sempre più acquistando un riconoscimento da parte del grande pubblico. Nello stand dedicato ai videogiochi quattro ragazzi in tuta da Ghostbuster presentano il nuovo prodotto sviluppato da una joint venture tra Atari e Columbia pictures. Ma ogni angolo della fiera sembra preservare un incontro inatteso. In quello dedicato agli autografi riconosciamo Lou Ferrigno, lottatore di wrestling ed attore della serie "L'incredibile Hulk" e Peter Mayhew, quasi irriconoscibile senza il costume che lo ha reso celebre in Guerre Stellari come Chewbecca.
Infine, passando per gli stand dei giochi, dove la Wizard of the coast, ora editrice dello storico Dungeons & Dragons, la fa da padrona, si arriva allo spazio dedicato alla Marvel. Qui incrociamo Frankie D'Armata che ha appena finito di autografare le sue tavole di Capitan America e di Iron Man, fumetti per cui disegna regolarmente. Ci racconta dell'epopea della sua famiglia e dei suoi nonni che, arrivati dalla Sicilia nel Colorado, hanno iniziato lavorando in una miniera d'oro. Lui è per metà italiano e metà irlandese e, dopo varie collaborazioni, è approdato alla Marvel con un internship. "Ho molti amici in Italia" ci racconta "molti di loro sono nel mondo dei fumetti, come me, e lavoriamo bene insieme."
Oltre lui nello stand Marvel c'è un altro italo-americano: Frank Tieri. Suo nonno, originario di Napoli, si è trasferito ad Hell's kitchen, a Manhattan. Anche lui ha iniziato come intern alla Marvel ed oggi, oltre ad essere un disegnatore, è anche autore ed ha creato numerosi personaggi tra cui Agente Zero, che apparirà anche nel film "X-Men Origins: Wolverine" in uscita il 1° maggio. "Nel settore oggi c'è molta competizione, e tantissimi dei disegnatori più riusciti sono italiani o italo-americani."
La presenza di italiani non si è limitata solo al mondo dei fumetti. Tra gli ospiti più attesi della convention era presente Milo Ventimiglia, attore statunitense di origini italiane, conosciuto dai più come Peter Petrelli nel serial tv "Heroes" e Amanda Righetti, interprete di Haley Nichol nel serial tv "The O.C.", anche lei di origini italiane.
Nonostante sia il più grande incontro della costa orientale dedicato ai fumetti il Comic-Con di New York sarà affiancato l'anno prossimo da un altro grande evento: il C2E2, che si terrà a Chicago ad opera degli stessi organizzatori. Per il popolo della grande mela invece l'appuntamento con il mondo dei comics è rimandato ad ottobre del prossimo anno.