Caso Englaro: «La solidarietà e l'autorità morale, in certi casi, non sono monopolio di nessuno»
Caso Englaro: «La solidarietà e l'autorità morale, in certi casi, non sono monopolio di nessuno»
Nelle ultime settimane l’Italia è completamente paralizzata dai dibattiti in merito ai futuri risvolti della vicenda della signora Eluana Englaro, in stato vegetativo da oltre diciassette anni.
La vita politica e mediatica italiana, generalmente molto attiva e colorita, si è completamente impantanata in questa vicenda, incanalando i vecchi e consueti problemi del paese all’interno dell’iter burocratico che segnerà il destino della signora Englaro. Accade dunque che ci si ritrovi a dover assistere a vecchi ed irrisolvibili scontri tra laici e cattolici, destra e sinistra e così via: scontri ben noti ed inconclusi, ora drammaticamente traslati in una vicenda personale e delicata che tocca tutti gli italiani o per ovvia sensibilità al tema o per condivisione di esperienza.
Nelle ultime settimane l’Italia è completamente paralizzata dai dibattiti in merito ai futuri risvolti della vicenda della signora Eluana Englaro, in stato vegetativo da oltre diciassette anni.
La vita politica e mediatica italiana, generalmente molto attiva e colorita, si è completamente impantanata in questa vicenda, incanalando i vecchi e consueti problemi del paese all’interno dell’iter burocratico che segnerà il destino della signora Englaro. Accade dunque che ci si ritrovi a dover assistere a vecchi ed irrisolvibili scontri tra laici e cattolici, destra e sinistra e così via: scontri ben noti ed inconclusi, ora drammaticamente traslati in una vicenda personale e delicata che tocca tutti gli italiani o per ovvia sensibilità al tema o per condivisione di esperienza. Tutto il paese è quindi emotivamente coinvolto nella questione ed è giusto che tutti sentano il dovere e la necessità di esprimere il proprio punto di vista, necessità ed obbligo in un contesto democratico. Il problema sorge nel momento in cui si ritiene che la propria opinione debba assurgere a verità universale; ed è a questo punto che l’opinione diventa violenza, intollerabile in una democrazia. Ed è appunto ciò che sta accadendo nel nostro paese, in cui, i due opposti ‘fronti di verità’ uno pro e l’altro contro il mantenimento in stato vegetativo della signora Englaro, si scontrano dando l’impressione di ridurre il confronto a puro problema ideologico, assimilando il tutto ad una sfida di semplice forza tra le due posizioni, senza che vi sia alcun dialogo o forme di comprensione reciproca. Nella serata di ieri il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha così commentato le polemiche politiche e morali che si stanno sviluppando nel nostro paese in queste ore: «Il sentimento di solidarietà delle persone che sono colpite dalla malattia, e anche per chi giunge ai giorni estremi della vita, è forte in ciascuno di noi, e non è monopolio di nessuno». Con queste poche parole il Presidente ha richiamato quindi i due fronti, ricordando loro che il cordoglio per una situazione di così difficile soluzione non appartiene solo ed esclusivamente ad una parte della popolazione o ad una parte politica, ma a tutti, indistintamente. Negli ultimi giorni la neutralità dello stesso Presidente della Repubblica – che, non si dimentichi mai, la carica obbligatoriamente gli impone - è stata oggetto di ripetuti attacchi, in quanto ritenuto colpevole o di non favorire l’azione del governo nel lasciare la signora Englaro nella sue attuali condizioni in quanto ha deciso di non firmare il decreto legge da egli interpretato come anticostituzionale, o da chi, a favore della cessazione dello stato vegetativo, lo rimprovera di non opporsi a bloccare il governo nelle sue nuove azioni. Il ruolo del Presidente all’interno della vicenda è invece molto attivo e chiaro, restando un fermo ed autorevole garante dei principi della nostra Carta costituzionale che non è soggetta ad alcuna influenza ideologica. Anche l’ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi è intervenuto nel commentare i ripetuti attacchi a Napolitano: «Mi rattrista molto vedere che un caso umano così doloroso diventi occasione per cercare di attaccare il Capo dello Stato. E' davvero inopportuno, e mi amareggia innanzitutto come cittadino, che si prenda spunto da una vicenda drammatica per cercare di affievolire i poteri del Presidente». E aggiunge inoltre in merito alla scontro tra laici e cattolici: «Io sono cattolico di religione, ma profondamente laico come cittadino. C'è la Chiesa e c'è lo Stato. La Costituzione definisce chiaramente i rapporti reciproci, e duole vedere che alcune dichiarazioni rischiano di creare problemi in questo delicatissimo rapporto. Ed è un fatto grave, perché proprio quest'anno ricorrono gli ottant'anni dai Patti Lateranensi: dovremmo ricordarci tutti che Stato e Chiesa devono collaborare sempre con reciproco rispetto». Ciò che appare più opportuno in una situazione così delicata, e considerato che la Costituzione garantisce a laici e non laici gli stessi diritti e doveri, è di premere per una legge sul testamento biologico in cui, ogni singola persona, possa esprimere la propria volontà nel caso in cui si ritrovasse in una situazione simile. Perché il sacrificio mediatico della signora Englaro dovrebbe far capire che il punto fondamentale di questa triste vicenda non consiste in una gara di forza tra due posizioni opposte ed inconciliabili, ma nel garantire il rispetto incondizionato della volontà del singolo cittadino; non si tratta quindi di evincere quale delle due posizioni sia giusta o sbagliata perché un giudizio simile non è di competenza di nessun essere umano. E’ invece necessario che ogni singolo cittadino possa avere la certezza che lo Stato rispetterà la propria volontà, sia che fosse quella di cessare il mantenimento in stato vegetativo sia quello di restare in stato vegetativo. Nel pieno rispetto della Costituzione, s’intende.