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Mal di scuola

Mal di scuola

Giovanna Landolfi (September 11, 2008)
da 'La scuola' di Daniele Luchetti, 1995
'Mi hanno fatto prigioniero a sei anni... una creatura'.

Non so per quanti anni ho pregato iddio affinché evitasse di farmi andare a scuola. Non ho mai potuto soffrirla. Anche se con un leggero ritardo le mie preghiere sono state esaudite. In realtà non ci siamo intesi molto bene né nella richiesta da me effettuata né sui tempi di attuazione.

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Non so per quanti anni ho pregato iddio affinché evitasse di farmi andare a scuola. Non ho mai potuto soffrirla. Anche se con un leggero ritardo le mie preghiere sono state esaudite. In realtà non ci siamo intesi molto bene né nella richiesta da me effettuata né sui tempi di attuazione.

Quando chiedevo di non andare a scuola, chiedevo semplicemente un favore personale; non intendevo certo che si avviasse la distruzione totale del sistema scolastico. Era un mio problema di sopportazione, caratteriale, di mancato feeling con quel tipo di istituzione. Non ho mai pensato però che l’istituzione in sé fosse un male, anzi. In certe parti degradate del nostro paese era l’unico appiglio di speranza… che tipo di speranza però non saprei, chiedetelo agli psicologi. La mia preghiera era data dalla noia che infondeva l’ambiente, dalla mancata sopportazione di un insieme di cose e persone che pretendevano spesso di indottrinare o di avere sempre e comunque ragione. E soprattutto – aggiungo – non pregavo solo di non andare più a scuola; le mie richieste erano soft nei giorni migliori. Al massimo chiedevo di cambiare insegnante o che dalla porta entrasse un supplente attraente. Già, un supplente attraente. Oggi come oggi, queste preghiera è completamente inutile; nemmeno iddio potrebbe metterci mano: la possibilità che dalla porta possa entrare un insegnate sulla trentina e che sia per giunta affascinante è completamente nulla. Oggi, dopo parecchi anni dalla fine della mia personale odissea, vedo che la scuola sta scomparendo, per la gioia degli attuali studenti. Però c’è da dire che la scuola in sé, è uno sballo. Ma non la scuola come istituzione; intendo la scuola come luogo di ritrovo. Se i ragazzi se la sapessero gestire, potrebbe essere meglio di un centro sociale (visto che il centro sociale va sempre di moda). E tra uno sballo e l’altro qualche lettura non fa di certo male. Oggi, ripensando alle mie letture preferite con al top la storia e le scienze (ovvero le materie più discusse), mi rendo conto di aver perso tanto tempo immergendomi in dirompenti fiumi di menzogne. Oggi, grazie all’ondata di revisionismo didattico (ma fondato su quali basi… ancora mi sfugge) mi rendo conto di non aver capito nulla della vita e che volendo, anche la matematica è un’opinione. Oggi finalmente sto capendo che i partigiani erano dei delinquenti, che i fascisti erano cool, che i soldati di Salò lottavano per la giusta causa, che Darwin era un antenato degli attuali animalisti – e secondo me era un ecoterrorista ma poi si esagera col revisionismo - e che il processo a Galilei fu giusto e che non meritava nemmeno l’indulto. Ma la didattica non è di certo la parte più importante dell’istituzione scolastica; mi intriga di più la parte organizzativa della scuola. Ed è la parte che più mi intriga perché non ho capito nulla in merito. E deduco che questo significa che tutto sta procedendo per il meglio. I più critici ritengono che la colpa sia da attribuire ad una parte politica e che se la controparte fosse al governo le cose andrebbero diversamente. Certo, questo è ovvio. Questa è la classica sindrome dello sfigato inerte che però non colpisce la classe al momento fuori dal governo, ma i comuni cittadini che scaricano tutti mali italici sulla classe dirigente di turno. Dal basso del mio pragmatismo ritengo che un gruppo di persone ignoranti e confuse faccia sempre comodo a tutti, e sottolineo tutti. L’unica speranza e che i nuovi studenti abbiano una certa propensione alla lettura e che imparino ad usare internet con un po’ più di coscienza e non solo per scaricare suonerie per i telefonini ed i filmati porno (quello lo possono fare durante la ricreazione). Ma non per la salvezza della società, perché gli eroi non sono mai esistiti a questo mondo, ma per non avere la sensazione di essere presi in giro per tutta la nostra esistenza. Ecco, una rivincita personale. Però l’ignoranza ha sempre il suo fascino e la sua utilità: volete mettere il brivido di avere un vicino di casa completamente ebete e manipolabile e che vi dia sempre ragione? Ma il punto è: anche io sono il vicino di casa di qualcun altro. I conti non tornano.

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