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L'Italia al tempo di Capaci

L'Italia al tempo di Capaci

Alessandro Milone (November 25, 2014)
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Quando avevo vent'anni di Ettore de Lorenzo, giornalista Rai

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Ricordo. Dal latino re-cor. Richiamare in cuore. Non è memoria. Il ricordo richiama nel presente del cuore e del sentimento qualcosa che non è più qui o non è più adesso. Non nella sua forma originale. Esso fa rivivere non un sogno fatuo o fantasticherie, ma sentimento concreto, esperienza diretta. E' la possibilità di consultare il passato, di interrogarlo, di distendercisi ancora per capire ed essere capaci di cura e di responsabilità nel presente e nel futuro.

Questo è “Quando avevo vent’anni”, un libro-ricordo, di Ettore De Lorenzo, inviato Rai, edito dall’”Isola Dei Ragazzi”.

L’autore torna indietro con la mente, aiutato dalla penna e da incontri, ai giorni e ai mesi tragici delle stragi del 1992, di cui quest’anno è il ventennale. Attraverso una serie d’interviste a uomini di cultura o della politica, esponenti della società civile ( Cantone, Bolzoni De Magistris), vuole far rivivere i valori e il messaggio che i giudici Falcone e Borsellino vollero far passare.

“Voglio anch’io che i ragazzi sappiano. Il loro sacrificio deve pur esser servito a qualcosa. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno affrontato a viso aperto la mafia e il potere della prevaricazione e della violenza, alla morte hanno opposto l’amore, ed è di amore e rabbia, di coraggio e rassegnazione, di passione e di giustizia, di pudore e di dolore, di entusiasmo e di paura, di libertà e di speranza, di vita e di morte che vi scriverò”. Queste le parole di De Lorenzo. Un post-it su un foglio bianco. Così si presenta.

La struttura del libro è affascinante. Un mondo virtuale, scomposto nella pratica. Ma con un filo temporale e teorico lineare. Pensieri e parole si affiancano. Si sovrappongono. De Lorenzo nel libro racconta la storia del libro come se non fosse ancora stato scritto. Eppure è li, tra le proprie mani. E’ un cerchio che si chiude solamente all’ultima pagina. Di fatto è un viaggio. L’autore ti accompagna nella lettura del libro spiegandoti come dapprima fosse progetto, poi improvvisamente realtà.

E in questo viaggio sono anche altri i temi trattati. Dal tema scottante dei rifiuti alla nuova mafia dei colletti bianchi. Fino ai fatti del G8 di Genova del 2001. Quando con un intervista a Daniele Vicari, regista di “Diaz” si rievocano quei terribili giorni. Queste le parole del regista: “l’uccisione di Falcone e Borsellino e i fatti di Genova dieci anni dopo secondo me sono stati due punti di non ritorno della nostra democrazia”.

Ancora un altro è il messaggio di De Lorenzo. I giovani, che siano bambini o adolescenti, sono fondamentali. Sono vitali e la nostra unica speranza. Spetta a noi però trasmettergli la Storia, le sensazioni, il ricordo, appunto. I giovani d’oggi hanno fortemente bisogno di maestri e guide che li ispirino. Che indichino loro la strada giusta, della legalità, dell’impegno civico, della giustizia e dell’amore per la verità. Perché “un popolo senza memoria e conoscenza della sua storia è un popolo destinato a morire”.

Gioventù e Storia. Conoscenza e ricordo. Vita e Morte. I temi di “Quando avevo Vent’anni” di Ettore De Lorenzo.

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