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Sushi per uno

Sushi per uno

Sara Gironi Carnevale (July 21, 2014)
Sara Gironi Carnevale
La mia musa ispiratrice del momento, Carrie Bradshaw.

Il cuore non conosce fusi orari, per fortuna.

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Sushi per uno e mi chiedo se sia davvero come in Sex and the city, New York. Cena orientale a domicilio, un lap top e una pagina bianca da riempire di sciocchezze.
Billy Joel di sottofondo, tanto per rientrare del tutto nel cliché.


È che chi migra, non è altro che alla ricerca di una casa, un’altra. Una diversa da quella da cui fugge ma tanto simile da poter chiamare “casa”.
Fa parte di noi esuli. Esuli per scelta, per necessità, per ambizione. Esuli per curiosità, per iper attività, per irrequietezza.
Esuli per insoddisfazione.
Quando lasci una casa, la tua, quella che ti ha cresciuto tra i suoi seni, scavati e pieni di monnezza, ma sempre illuminata da quell’inconfondibile sole, è difficile trovarne una che sia all’altezza.
La chiamiamo “motivazione” noi che ci siamo spostati nel ridente Nord, alla ricerca di più rosei orizzonti. Ma, secondo me, non è nient’altro che rassegnazione mista a nostalgia.
Siamo rassegnati al fatto che lì, tra quelle terre velenose e calde, tra quella gente cieca ed espansiva, non ci sia la minima possibilità per noi. E ce ne andiamo, col Sud e la speranza nel cuore. Inconsapevoli sinonimi. Prendiamo aerei, treni, a volte auto, a volte Skype e, intanto, ci allontaniamo sempre più, rassegnati e nostalgici, alla ricerca di un posto che sia in grado di ospitare e confortare il nostro immane bagaglio emozionale.
Non servono planisferi, né mappamondi, né cartine. Si sa, le donne non sanno leggerle, preferiscono accostare a chiedere informazioni. A quello sbagliato, a quello giusto, a quello disposto ad accompagnarle in quel lungo viaggio alla ricerca della propria casa. Sempre luminosa sulla mappa del mondo ma sempre un’incognita nella loro mente.
Casa non è qualcosa di razionale. È qualcosa che si sente nel cuore, che fa male, che ti ricorda che sei lontano. È qualcosa di possessivo, che ti rivuole indietro, che non accetta che te ne sia andato. È qualcosa di nocivo, per il fisico, per la mente, per l’anima. È chimica.
Casa è dove lasci il cuore, anche se hai sempre la sensazione che sia lì con te. È dove prende il wi-fi, è dove hai la cena pronta a tavola.
Eppure, certe volte, casa è dove ordini il sushi a domicilio, per uno.
Il cuore non conosce fusi orari, per fortuna.

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