Sign in | Log in

Leader del passato. Ricordi su Michele Guido Franci. Serafini, da me!

Leader del passato. Ricordi su Michele Guido Franci. Serafini, da me!

Dom Serafini (July 27, 2008)
VideoAge Archives
Il palazzo del MIFED alla Fiera di Milano.

Iniziamo con il seguente ricordo una serie di tre articoli per onorare la memoria di un grande italiano che, se completamente dimenticato in Patria, non lo é sicuramente all'estero.

Tools

Camminavo lentamente lungo il corridoio del secondo piano del salone del Mifed: un edificio vicino alla Porta Giulio Cesare della Fiera Milano, realizzato apposta per ospitare una campionaria dal misterioso acronimo che, in pratica, stava ad indicare una fiera dell’audiovisivo.


Proprio vicino ad uno dei tanti bar, quello che tutti chiamavano il “blue bar”, sento una voce rimbombare dagli altoparlanti: “Serafini, da me!”
Mi guardo in giro, pensando che qualcuno stia chiamando un mio omonimo, invece dal nulla appare un uomo tutto nervoso che mi spiega che quel Serafini sono proprio io e che a chiamarmi é il Presidente: Michele Guido Franci. E dove sta? chiedo. É sotto al primo piano. Per assicurarsi che mi precipiti al cospetto del Presidente, l’uomo mi fa strada, ma si ferma ben distante dall’ufficio del Presidente, tenendomi d’occhio a distanza. Vado avanti e indietro per il corridoio con l’uomo che in lontananza mi indica con il dito, “lí, lí”. Alla fine trovo l’apertura nascosta da alcuni vasi di piante e, tramite un piccolo corridoio, arrivo all’ufficio della presidenza. Ad accogliermi é una segretaria che, senza chiedere chi sia, mi accompagna all’ufficio del Presidente. Fuori, come a piantonarlo, noto alcune persone, che poi scoprii essere l’autista, lo chef  ed il medico.
Entrato in un ufficio spartano e buio, mi trovo davanti ad un vecchietto seduto dietro un’enorme scrivania che lo rendeva ancora piú minuto, con in mano una copia di Tv/Radio Age International, la rivista che allora dirigevo a New York, con dei brani segnati da un evidenziatore giallo.
Dall’anno prima il Mifed era stato soggetto a pesanti critiche, specialmente da parte dei dirigenti degli studio americani, per il fatto che la fiera non si innovava.
Giá dal 1979 il Mifed, da due iniziali appuntamenti annuali, era stato praticamente relegato al solo evento di ottobre, avendo perso la battaglia con un’altra piú giovane fiera che si svolgeva nello stesso mese (aprile a Cannes): Mip-Tv.
Come direttore di una rivista specializzata, allora leader del settore Tv internazionale, riportavo tali critiche non gradite da Franci, l’ideatore del Mifed nel 1960 (quindi la prima fiera audiovisiva del mondo), nonché presidente della Fiera Milano nel periodo 1978-1984.
A Franci piaceva il settore della comunicazione ed, in particolare, quello dell’audiovisivo (suo fratello, Pier Giuseppe, era regista cinematografico). Nel 1983, un anno dopo che fu coniata la parola “internet”, Franci aveva previsto che non ci sarebbe piú stato bisogno di grandi padiglioni per macchinari pesanti perché “le cose si potranno vedere attraverso il video e…computers, con collegamenti via satellite”.
Sin dal primo istante avevo intuito che Franci non conosceva l’inglese, ma sapeva recitare bene e ribattere a tutte le critiche indicate sulla pagina con l’evidenziatore, anche se in una sequenza sbagliata. Le mie risposte erano egualmente preparate, dopo aver trascorso mesi ad ascoltare le critiche, ma, per fargli capire che il messaggero non porta pena, gli spiegai come la rivista altro non fosse che uno specchio e che rifletteva la situazione accuratamente. Non potevamo di certo distorcere ció che riportavamo, visto che gli intervistati erano, alla fine, gli stessi dirigenti che ordinavano la pubblicitá nella rivista stessa.
Ma Franci respingeva le critiche. “Se gli espositori partecipano vuol dire che a loro conviene”, ripeteva.
Il rito del “Serafini, da me!” continuó a ripetersi anche dopo che avevo fondato la rivista VideoAge nel 1981 e che, in effetti, rimpiazzó Tv/Radio Age (che chiuse i battenti pochi anni dopo).
Dopo alcune visite al suo ufficio, scoprii che Franci aveva vicino a sé un sistema Tv di sorveglianza a circuito chiuso e pertanto era in grado di seguire i passi di tutti i partecipanti al Mifed.
Ad ascoltare le critiche dei partecipanti al Mifed era anche il suo entourage, specialmente un pensionato che si faceva chiamare “conte” ed aveva vissuto in America. Tutti, peró, avevano timore a riferirle al vecchio Franci che, nel 1981, aveva raggiunto la bell’etá di 77 anni.
Appena il Conte mi vedeva entrare al Mifed (in una zona non sorvegliata da telecamere), mi veniva incontro con una lista di problemi da presentare a Franci non appena questo mi avrebbe intravisto sul monitor. A quel punto, quando sentivo, “Serafini, da me!” sapevo benissimo dove dirigermi. Inevitabilmente trovavo Franci con una copia di VideoAge aperta su di una pagina segnata dall’evidenziatore, ma l’approccio era diventato psicologicamente piú sottile: “Serafini, lei é come un figlio per me. Perché scrive queste cose?” #

Prossima puntata: Michele Guido Franci alle Nazioni Unite


 

Related Links

DISCLAIMER: Posts published in i-Italy are intended to stimulate a debate in the Italian and Italian-American Community and sometimes deal with controversial issues. The Editors are not responsible for, nor necessarily in agreement with the views presented by individual contributors.
© ALL RIGHTS RESERVED - RIPRODUZIONE VIETATA.
This work may not be reproduced, in whole or in part, without prior written permission.
Questo lavoro non può essere riprodotto, in tutto o in parte, senza permesso scritto.