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Cinque domande a Massimo Seracini

Cinque domande a Massimo Seracini

Dom Serafini (March 25, 2008)
Nella foto, Massimo Seracini

Parte IV della serie di interviste ai candidati per il Parlamento con il voto degli italiani all'estero del collegio elettorale del nord e centro America.

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di Dom Serafini. Massimo Seracini si definisce “figlio di uno dei padri della Dc italiana” che é dal 1968 in California cominciando come venditore di macchine da scrivere Olivetti.

Poi: “fiorentino purosangue…marito, padre e nonno felice di ben sei nipoti”.  Anche al 65enne Seracini –– che é in campo per la seconda volta in nord e centro America per l’Udc di Pierferdinando Casini, questa volta per il Senato –– abbiamo fatto cinque domande.
Domanda: Massimo, sei una persona ben voluta e ben conosciuta a San Diego, in California, ma come farai a farti apprezzare a Montreal, Toronto e New York?
Risposta: Dopo l'esperienza politica del 2006 svolta essenzialmente nel sud California, ho continuato il mio lavoro volontario per le comunitá italiane pubblicando ben 216 interventi sui media degli Stati Uniti e Canada, ripresi anche in Sud America e in Italia, interessandomi a molti problemi comuni a tutte le comunitá del territorio, sopratutto a livello culturale. Il mio lavoro incessante, donato gratuitamente per la "mission" di rappresentare la voce degli italiani in America, che voglio portare a Roma, mi ha coinvolto "again" in questa corsa elettorale che intendo promuovere in questi ultimi giorni di campagna elettorale in un tour che mi porterá a contatto con le piú importanti comunitá italiane in Usa, Canada e Messico. Sono reduce dalla registrazione a Roma di due Tribune Elettorali che dovrebbero lanciare la mia candidatura e farmi conoscere alla gente, come un politico molto "sui generis", uno di loro con quarant'anni esatti di emigrazione che conosce sulla pelle i "needs and wants" degli italiani all'estero.
D.: Perché un italiano che non ti conosce dovrebbe votarti?
R.: Perché il mio slogan "uno di voi" é la veritá e dimostra l'ambizione di servire la mia gente e non di appartenere alla casta.
D.: Alle ultime elezioni politiche con il volto all'estero, l'UDC ha preso l'11,24% al Senato ed il 10,9% alla Camera. Che speranze avete questa volta?
R.: Questa volta con l'orgoglio di Casini che ha rifiutato di vendersi a Berlusconi e il lavoro incessante che ho svolto sul territorio in oltre due anni e la partecipazione di tre nuovi compagni di cordata, che si sono distinti nelle loro comunitá, vogliamo raddoppiare i voti presi nel 2006 e conquistare il seggio al Senato e alla Camera.
D.: Perché, almeno all'estero, il centro-destra non é completamente unito?
R.: Chiedilo a Mr. Berlusconi. L'Udc non é in vendita, Alleanza Nazionale invece........!
D.: L'esperienza passata con gli eletti all'Estero é stata di totale delusione. Visto che sei al corrente di questo fatto, cosa ti proponi di fare di diverso?
R.: Tutto! a cominciare, come ho proposto nell'intervista a Rai International, di organizzare immediatamente dopo il 13 aprile fra i 18 eletti un caucus permamente fra di noi per proporre unito le proposte di legge per gli italiani all'estero, e ...farle approvare!

 

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