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Cinque domande a Vincenzo Arcobelli

Cinque domande a Vincenzo Arcobelli

Dom Serafini (March 25, 2008)
Nella foto, Vincenzo Arcobelli

Continuiamo con la serie di interviste ai candidati per il Parlamento con il voto degli italiani all'estero del collegio elettorale nord e centro America.

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di Dom Serafini. Da Paternó, in Sicilia, a Dallas, Texas, a candidato per la Camera con il PdL, Vincenzo Arcobelli, é comandante pilota istruttore dell’aviazione civile. Quando Arcobelli si trasferí negli Usa, nel 1993, lasció l’aereonautica militare italiana con il grado di tenente.


Arcobelli ha risposto apertamente alle nostre cinque domande. 
Domanda:Vincenzo, sei una persona ben voluta e ben conosciuta nel Texas, ma come farai a farti apprezzare a New York, Toronto e Montreal?
 Risposta: Con il lavoro quotidiano, impegnandomi con serietá, professionalitá,  lealtá e correttezza. Ascoltando e dialogando in maniera diretta con i connazionali "tutti", dal Panama a Vancouver, a prescindere dal colore politico, dalla provenienza o dalla loro residenza.
D.: Perché un italiano che non ti conosce dovrebbe votarti?
 R.: Per il  costante impegno messo a disposizione e per aver portato  a termine con successo iniziative in seno al Comites e nel mondo dell'associazionismo, per aver sposato la causa dell'ex Ministro per gli Italiani nel Mondo Mirko Tremaglia collaborando direttamente attraverso le battaglie del CTIM-Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo e per i diritti degli italiani all'estero, inclusa quella del "voto".   
D.: Pensi veramente che il programma sia importante o la persona che andrá a rappresentarci?
 R.: Tutti e due sono importanti, anche se, i programmi sono molto simili tra le varie forze politiche e tra i vari candidati, la "differenza"  la fará certamente la persona,  che a mio parere deve essere preparata, coerente, qualificata, disponibile e pronto per fare battaglie per conto degli Italiani all'estero. 
D.: Alcuni dei tuoi colleghi di partito non hanno apprezzato la tua candidatura. Perché?
 R.: Penso che le lamentele degli ultimi giorni in merito alle candidature non siano da attribuire alla mia persona specifica, bensí a due fattori: 1) aver selezionato soltanto 1/6 proveniente da AN nel Nord America e 2) alla non inclusione di un candidato residente nella zona di New York per la lista del PdL.
D.: L'esperienza passata con gli eletti all'Estero é stata di totale delusione. Visto che sei al corrente di questo fatto, cosa ti proponi di fare di diverso?
 R.: Una comunicazione diretta attraverso  comunicati settimanali, dialogare di piú con i rappresentanti dei Comites e per risolvere le problematiche ben note agli italiani all'estero fare in modo di istituire la Bicamerale, affinché Deputati e Senatori eletti all'estero con il dialogo costruttivo risolvono in tempi brevi le varie questioni, agendo al di sopra delle parti e dei partiti e per il bene delle collettivitá. 
 

 

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