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C'era una volta Mr. 1,5%

C'era una volta Mr. 1,5%

Stefano L. Vaccara (March 10, 2008)

Mastella, dopo aver fatto cadere il governo Prodi, non si ricandida: chissà, se quella “sbandata” americana (provocata dalla paura?) fosse durata fino a fargli pronunciare un discorso ben diverso in Parlamento...

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“Isti pi futtiri e fusti futtutu!”. (Sei andato per fregare e sei stato fregato).

Questa espressione siciliana spiega tutto nella vicenda di Clemente Mastella, l’ex ministro della Giustizia, leader del partito Udeur, che poche settimane fa, dopo un appassionato discorso in Parlamento, ha fatto cadere il governo Prodi. Mastella ha appena annunciato che non si ricandiderà e non presenterà nemmeno una lista per il suo partito. “Contro di me c’è stato un linciaggio morale” ha detto dopo aver perso tutte le speranze per una alleanza con il Pdl di Berlusconi che lo avrebbe, dopo aver siglato con lui un patto “per tradire” Prodi,  a sua volta scaricato.

Mr. 1,5%, così lo chiamavamo Mastella per sottolineare il peso spropositato concesso a un leader di un partitucolo al quale veniva affidato il ministero della Giustizia. Per chi scrive, Mastella era il simbolo della politica italiana impregnata di clientelismo, accordi sottobanco, minacce di trasformismo e ribaltoni. Non era certo solo lui a condurre certe danze, ma sicuramente Mastella lo faceva, come dire, senza pudore, mettendo in bella mostra quel potere che un sistema marcio gli regalava a dispetto di ogni logica democratica. Ricordo quando mesi fa, quando si discuteva di legge elettorale e della possibilità di arrivare al referendum,  come il ministro della Giustizia, con tono sprezzante, minacciasse i suoi alleati di governo: “Mi vogliono fottere? Non ci riusciranno”. Sembrava che fosse inaffondabile Mastella: o fate come dice Mr. 1,5% o salta tutto.

Però, all’inizio dell’autunno la sicurezza di Mastella comincia a vacillare. Dalla Calabria partono dei siluri, si allarga l’indagine condotta da un giovane pm sulle distorsioni di fondi europei e arriva a toccare il ministro della Giustizia.  Così proprio Mastella, mentre arriva qui a New York per partecipare alle celebrazioni di ottobre del Columbus Day come ospite d’onore, ci appare sempre più nervoso, ha gli occhi come spaventati, da l’impressione di sentirsi accerchiato, chi lo vuole “fottere” ha alzato il tiro?

In quei giorni siamo testimoni di un evento che ci apparve straordinario. Ad un convegno tenuto alla New York State University di Stony Brook, Mastella pronuncia un discorso incredibile. Parla di sistema dei partiti marcio, di democrazia bloccata, con il capo governo che “non può licenziare un sottosegretario, Prodi non può cacciare nemmeno me”. Dice che il sistema migliore è quello americano, con il presidente eletto direttamente dal popolo, con il Congresso forte che fa da contrappeso, ma con un governo che può prendere decisioni. Ma ecco le sue parole: «La crisi è diventata talmente forte, che è del tipo in cui il medico ti dice che devi usare una terapia forte. I partiti non sono in grado di rigenerarsi nel breve periodo. Occorre un cambiamento forte. La gente non accetta più da noi politici italiani l’indecisione, ma chiede risposte. E allora è ovvio che uno eletto direttamente può sbagliare nella risposta, ma almeno ne dà una».

Come un medico che si getta su qualcuno appena svenuto, il giornalista non poteva non assalire quel ministro che parlava come se fosse un altro politico, non quel Mastella di Ceppaloni che col suo 1,5% faceva il bello e il cattivo tempo “per non farsi mai fottere”, ma come un politico completamente diverso, come se la disperazione lo avesse illuminato, invece di voler essere Sansone, eccolo indicare la strada delle riforme per il sistema politico italiano, anche se queste avrebbero fatto scomparire i suoi poteri di ricatto e di rendita. Lo intervistammo tra i viali della Suny, Mastella era gentilissimo, anche se quello sguardo, come durante il suo discorso, continuamente oscillava tra malinconia e rabbia, come di chi sapesse che tutto sta franando. «Occorrono istituzioni veloci come la società. Se la classe politica non è veloce come la società , non regge, avviene lo sbandamento». Gli dicemmo che quel discorso era un bel salto per il leader di un partito piccolo che prima si opponeva tenacemente a certe idee... E lui, in latino: «Solo natura non fecit saltus». Solo la natura non fa salti.

Ma era proprio Mr. 1,5%? Ma con quelle riforme lei perderebbe forza e potere, lo provocammo. E lui, sempre più irriconoscibile: «Guardi, tra perdere forza io e perdere la democrazia, preferisco perdere io. E’ ovvio, la disaffezione alla politica diventa talmente forte che alla fine non ne esce nessuno».

Chissà, se quella “sbandata” americana (provocata dalla paura?) fosse durata fino a fargli pronunciare un discorso ben diverso in Parlamento... Chissà. Invece Mastella tornò in Italia nei panni di Mr. 1,5%, convinto di riuscire, fidandosi del Cavaliere Berlusconi, “a non farsi fottere”. Poveretto, e chissà che fine ha fatto quel “clone” di Mastella visto in ottobre nel Long Island.

 Published in America Oggi/Oggi7  3-9-08

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