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La Lega contro gli italiani in America

La Lega contro gli italiani in America

Dom Serafini (April 1, 2010)
Il direttore di "AmericaOggi", Andrea Mantineo da il benvenuto agli ospiti

Il taglio ai sussidi statali ad "AmericaOggi" nasconde molto di piú che i pochi contributi

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 di Dom Serafini. Nonostante la pioggia intensa, oltre 40 rappresentanti della comunitá italiana di New York, New Jersey, Connecticut e Pensilvania hanno accolto l’appello di AmericaOggi –– il principale quotidiano italiano fuori dall’Italia ––  per riunirsi presso la redazione del giornale al fine di stabilire un piano di

salvataggio per il quotidiano stesso.

L’emergenza é sorta dopo che il Governo italiano ha dimezzato del 50% i pochi sussidi a disposizione della stampa italiana all’estero, pur conservando quelli ai giornali dei partiti politici e delle minoranze etniche in Italia. Attualmente AmericaOggi perde circa 100.000 dollari al mese, e solo con i contributi italiani riesce a pareggiare il bilancio.

Un ulteriore problema é che i tagli, approvati nel 2010 riguardano anche i fondi stanziati (ma non ancora elargiti) nel 2009. Fondi sui quali AmericaOggi contava per gli investimenti effettuati per migliorare il prodotto editoriale.

Durante la riunione si sono discusse diverse opzioni, meno quella di trovare un partner esterno ai 20 soci che fondarono il giornale nel 1988, in seguito alla chiusura dell’ultracentenario Il Progresso.

Il timore, a detta del direttore Andrea Mantineo (nella foto mentre dá il benvenuto agli ospiti), é che con un socio finanziario, il giornale perda la sua indipendenza.

Infatti si teme che la manovra, attribuita alla Lega, sia stata fatta apposta per mettere il giornale in difficoltá  e farlo quindi diventare facilmente prelevabile da qualche prestanome per conto di un partito che non desidera la sua indipendenza o che abbia laRepubblica come panino.

Si é fatto notare anche l’aspetto sotterfugio dell’emendamento inserito “di nascosto” a mezzanotte nel decreto “Milleproroghe” (o disegno di legge per la finanziaria del 2010) dal deputato leghista Giancarlo Giorgetti. Emendamento che, nella mattinata dell’approvazione del Governo, é passato “inosservato”. A disegno approvato, ma non ancora firmato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, alcuni rappresentanti dei giornali all’estero si sono precipitati in Italia, ma il Governo non li ha aiutati.

Come alternativa di salvezza per AmericaOggi é nato un piano –– condiviso dai rappresentanti della comunitá italiana presenti alla riunione ––  in quattro punti:

1)    La raccolta firme da sottoporre al Governo italiano.

2)    Una dimostrazione presso il Consolato italiano a New York (programmata per il 21 aprile).

3)    La mobilitazione della comunitá italiana in America fatta dalle varie associazioni.

4)    Un appello alla Confindustria tramite il presidente Emma Mercegaglia.

Una proposta, peró scartata, riguardava il boicottaggio di prodotti provenienti dalle Regioni in mano alla Lega. La ricerca di appoggio della Confindustria starebbe a dimostrare il valore aggiunto che gli italiani all’estero rappresentano per l’export del Made in Italy.

Un’altra opzione scartata é stata quella dello scontro frontale con il Console italiano a New York che si é rifiutato di sottoscrivere una mozione di fiducia per AmericaOggi, come invece avrebbero fatto altri Consoli italiani a Toronto, Sydney, Melbourne, Caracas e Montevideo per appoggiare i quotidiani italiani che si trovano sotto la stessa scure.

Infine, l’ex deputato eletto all’estero, Sal Ferrigno –– uno dei propositori del boicottaggio –– ha suggerito di non contattare i rappresentati al Parlamento eletti all’estero perché questi non potrebbero fare nulla, ma piuttosto di concentrarsi sul Governo. Infatti, dei tre rappresentati eletti nel nord America, uno ha votato contro, uno si é astenuto ed un altro ha votato in favore del decreto “Milleproroghe”.

Prima della conclusione della riunione, il direttore Mantineo ha invitato gli ospiti a visitare l’imponente reparto tipografico con il vice direttore, Massimo Jaus (nella foto), che distribuiva a tutti copie del giornale appena stampato.

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