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La festa de La Scuola d’Italia a N.Y.C. porta l’Onu a tavola

La festa de La Scuola d’Italia a N.Y.C. porta l’Onu a tavola

Dom Serafini (March 15, 2010)
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ki-moon Ban mentre dá il benvenuto agli ospiti.

Un'istituzione unica nel nord America che funziona senza il finanziamento dello stato italiano.

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Si era creata un’empasse imbarazzante, io che davo la precenza a monsignor Celestino Migliore, il monsignore che la dava a Ki-moon Ban e quest’ultimo che la offriva a me.

Dopo un breve “balletto” ho preso l’iniziativa ed accelerato verso il corridoio che dall’area ricevimento porta all’enorme sala per la cena ufficiale del gala de La Scuola d’Italia a New York City, svoltasi a metá marzo al Cipriani sulla 42ma strada di Manhattan.

Da tener presente che Ban é il segretario generale delle Nazioni Unite, e Migliore é  l’arcivescovo osservatore permanente del Vaticano presso l’Onu.

Quest’anno il gala annuale si é riempito di personalitá italiane ed italo-americane: dall’Ambasciatore a Washington, Giulio Maria Terzi di Sant’Agata, al rappresentante all’Onu, Cesare Maria Ragaglini, all’Ambasciatore di San Marino all’Onu, Daniele Bodini.

Tutti assieme per raccogliere fondi per La Scuola, unica nel suo genere in tutto il nord America, con corsi scolastici che vanno dall’asilo al liceo, divisa in due strutture: una sulla 67ma strada est e l’altra sulla 96ma est.

Con doppio curriculum, La Scuola é accreditata sia nello stato di New York che in Italia, ma é praticamente trascurata dallo stato italiano, a differenza del vicino Lycee Française di New York, che riceve pieno appoggio dal governo francese. Il colmo é che i figli di alcuni rappresentanti dello Stato a New York non frequentano La Scuola, preferendo il Lycee o scuole private americane.

Un altro problema é che organizzazioni italo-americane come Niaf, non includono La Scuola tra i loro programmi di borse di studio. Tra l’altro, raramente si incontrano rappresentanti delle potenti e ricche organizzazioni italo-americane ai gala de La Scuola.

Con il gala, ogni anno La Scuola raccoglie fondi da circa 500 invitati che, oltre a pagare per l’evento, acquistano prodotti donati e messi all’asta (come Vespa, orologi e borse). Questi fondi vanno ad aggiungersi alle rette che pagano gli studenti (dai 15.000 ai 18.000 dollari l’anno).

Sfortunatamente alla Scuola mancano strutture come palestre, laboratori e mense, il che crea uno svantaggio specialmente per la recluta di studenti liceali.

Nonostante tutto, La Scuola offre un’ottima preparazione accademica, tanto da essere scelta anche da famiglie non italiane. Ad esempio, al gala, al mio tavolo vi erano famiglie russe, israeliane e persino Etiopi con figli iscritti a La Scuola. Il presidente de La Scuola, Steve Madsen non é italiano, eppure il figlio frequenta la terza media.

Serata piacevole ––  con gli inni nazionali (italiano, americano ed europeo) cantati in modo impeccabile dagli studenti della terza media ––  e molto dinamica, seppur a volte rallentata da lunghi discorsi, inopportuni per questi tipi di eventi, da parte dei rappresentanti delle autoritá italiane.

Ottimo il menu proposto dalla cucina di Cipriani. Abbondante il prosecco e gli hors d’oeuvres durante il rinfresco.

 

Gli studenti della terza memedia cantano gli inni nazionali



 

 

 

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